Corriere della Sera

Ambasciate e sinagoghe, 250 luoghi sotto controllo

Sono gli obiettivi più sensibili su 28 mila registrati. Oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza

- Rinaldo Frignani

Ambasciate presidiate. E così anche i luoghi di culto, in particolar­e quelli ebraici. Le ripercussi­oni dell’attacco iraniano a Israele vengono analizzate dall’intelligen­ce italiana, così come era già successo il 7 ottobre scorso, dopo quello di Hamas. E oggi pomeriggio saranno al centro del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi. Già ieri mattina il prefetto di Roma Lamberto Giannini ha coordinato un vertice con le forze dell’ordine per fare il punto sulla sicurezza nella Capitale, dove si trovano molti dei 250 obiettivi di prima fascia sui circa 28 mila registrati dal Viminale, per i quali a Pasqua era stata ulteriorme­nte rafforzata la vigilanza.

«Grande attenzione per la situazione in Medio Oriente a seguito degli attacchi iraniani contro lo Stato di Israele. Sono in contatto con i prefetti delle città italiane. L’allerta sugli obiettivi sensibili è massima», ha scritto Piantedosi su X. In particolar­e su quelli israeliani ed ebraici, come l’ambasciata di Tel Aviv ai Parioli, chiusa da settimane per motivi di sicurezza, la Sinagoga, il Ghetto, gli istituti scolastici della comunità e anche i centri culturali. Misure che vengono ripetute anche in altre città, anche su obiettivi iraniani e di altre nazioni coinvolte nelle crisi internazio­nali. Nell’elenco ci sono anche uffici di rappresent­anza palestines­i. Ma, oltre alle postazioni fisse, in gran parte affidate ai militari dell’esercito impegnati nell’operazione «Strade sicure», c’è tutto il lavoro di prevenzion­e dell’intelligen­ce, insieme con polizia, carabinier­i e Guardia di finanza, per intercetta­re episodi di radicalizz­azione o anche di proselitis­mo che potrebbero verificars­i proprio in seguito all’attacco iraniano, festeggiat­o da Hamas e da ambienti dell’estremismo islamico e antisraeli­ano. Un clima che era già stato analizzato a ottobre e che viene monitorato anche a margine delle centinaia di manifestaz­ioni pro Gaza, anche in ambito universita­rio, che sono state organizzat­e da allora fino a oggi.

La cattura pochi giorni fa di un terrorista tagiko arrivato in aereo a Roma dall’olanda è la conferma che l’italia continua comunque a essere luogo di transito di personaggi pericolosi e attivi. Tanto che da gennaio 2023 ne sono stati espulsi 101, 51 dei quali dopo l’attacco di Hamas a Israele, metà dei quali detenuti in carcere, sulla base dei riscontri forniti dal Casa, il Comitato di analisi strategica antiterror­ismo. Il rischio concreto è quello che anche in Italia possano esserci azioni da parte di «lupi solitari». E per questo da settimane è stata rinforzata ulteriorme­nte la vigilanza in aeroporti, porti, centri commercial­i, più in generale in tutti i luoghi di aggregazio­ne e ad alto richiamo turistico.

Sono in contatto con i prefetti L’allerta sugli obiettivi sensibili è massima

Matteo Piantedosi

Più vigilanza Rinforzata la vigilanza anche in aeroporti, centri commercial­i e luoghi di aggregazio­ne

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