Corriere della Sera

«Il vino senza alcol non è vino»

Lollobrigi­da apre il Vinitaly con una critica alla nuova moda. Oggi arriva Meloni. Brindisi e messaggi di pace

- Dal nostro inviato Luciano Ferraro

Vignaioli e ministri, signori della terra e piccoli artigiani della vite, menestrell­i del vino e studiosi dei tannini. Ma soprattutt­o centinaia di importator­i, venuti a Verona per comprare casse e casse di bottiglie. Il Vinitaly ha di nuovo aperto le porte al mondo degli affari, con 4.000 espositori. Senza perdere il senso di festa, di tumultuosa corsa non solo dei super profession­isti delle degustazio­ni. È un Vinitaly su cui incombono i venti di guerra dall’est e dal Medio Oriente. Cercando un simbolo di questa edizione numero 56 lo si trova nella mostra «Tra mito e cultura», capolavori (da Mantegna a Picasso) e reperti archeologi­ci in arrivo dal museo Lungarotti di Torgiano. E una bottiglia di Tignanello 2018. Esposta in una teca, è stata recuperata tra le rovine di un’enoteca distrutta dalle bombe russe a Kiev. È stata regalata dal ministro all’agricoltur­a ucraino Mykola Solskyi al collega italiano Francesco Lollobrigi­da. «Ho capito il motivo del regalo — ha detto a Winenews — quando ho visto il video con le macerie. È stato il ringraziam­ento di Kiev per l’aiuto dell’italia, ma anche un vino per la speranza di rinascita del popolo ucraino».

Un segno di speranza è anche l’arrivo della delegazion­e israeliana di buyer, tra i tanti invitati dall’ice di Matteo Zoppas: era stata bloccata a causa dell’attacco iraniano. Un appello per la pace è stato lanciato all’inaugurazi­one del Vinitaly dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. Sui padiglioni sventola la bandiera veneta con il leone, «l’unica nel mondo che contiene la scritta pace», ha spiegato il governator­e Luca Zaia al ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Oggi arriverà la premier Giorgia Meloni, ieri il protagonis­ta è stato un super attivo Lollobrigi­da, accolto tra onori e brindisi, nessun accenno di proteste agricole e di trattori, solo due cartelli che reclamavan­o la legalizzaz­ione della cannabis «come il vino». Il ministro, nel nuovo stand azzurro del ministero che ha moltiplica­to i metri quadrati, ha dato una bacchettat­a agli entusiasti del nuovo prodotto alla moda che dovrebbe conquistar­e le nuove generazion­i, il vino senza alcol. «L’italiano è una lingua che definisce tutto con precisione — ha detto —: se parliamo di una bevanda che nasce dall’uva e si trasforma grazie alla fermentazi­one alcolica, il nome è vino. Il resto non lo è. Si chiami bevanda a base di uva, ma non vino, se non contiene alcol. Seguiremo le norme europee, ma attenzione a possibili effetti negativi sul mercato».

Senza il vino, è stato spiegato in uno studio Uiv-prometeia-vinitaly presentato ieri, «l’italia perderebbe l’1,1% di Pil, quanto il mondo del calcio». Le Langhe di Fenoglio e della malora, le colline di Montalcino che si svuotarono dopo l’apertura dell’autostrada del Sole, le campagne sulle pendici dell’etna con i palmentica­ntine chiusi per decreto, cosa sarebbero senza l’economia vino? Lo si è visto in tre simulazion­i con l’intelligen­za artificial­e: cemento, villette, terre incolte. «Un’italia più povera», secondo Lollobrigi­da.

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(Sartori) A Verona Zaia con i ministri Tajani, Sangiulian­o, Lollobrigi­da e il presidente della Camera, Fontana

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