Corriere della Sera

Divisioni nel gabinetto: Netanyahu ora teme l’accelerazi­one di Gantz

L’ex ministro e Eisenkot, già capi di Stato Maggiore, avrebbero insistito per contrattac­care. Gli equilibris­mi di Bibi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE D. F.

GERUSALEMM­E Adesso che le sirene d’allarme tacciono, a farsi sentire sono le parole scambiate nella notte del bombardame­nto, l’agitarsi di fogli e di opinioni. Chi ha proposto cosa, chi si è opposto, chi ha battuto i pugni sul tavolo per battere subito sull’iran: il contenuto della riunione viene lasciato trapelare ai telegiorna­li perché ormai le minute del consiglio di guerra ristretto possono diventare slogan per la campagna elettorale. Così il Canale 12 rivela che Benny Gantz e Gadi Eisenkot, entrambi ex capi di stato maggiore, avrebbero insistito per contrattac­care quando lo sciame di droni e le decine di missili stavano ancora volando verso Israele. Alla risposta immediata sarebbero stati contrari il premier Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant, ministro della Difesa, ed Herzi Halevi il capo di stato maggiore: tutti e tre a sostenere che l’aviazione era già fin troppo impegnata ad abbattere le centinaia di proiettili lanciati da Teheran.

L’ufficio del primo ministro si è precitato a smentire, a dichiarare che semmai i ruoli erano ribaltati, Mr Sicurezza — come gli israeliani non lo consideran­o più — non può permetters­i che Gantz passi per il falco, già lo straccia nei sondaggi elettorali. Soprattutt­o non vuole che la sua ipotetica reticenza alla rappresagl­ia in contempora­nea riscriva le pagine dell’autobiogra­fia «Bibi-my Story» in cui racconta di essere stato stoppato almeno un paio di volte dai vertici del Mossad e delle forze armate (non lo nomina ma Benny Gantz era capo di stato maggiore): sarebbero stati «troppo preoccupat­i dai rischi» e avrebbero respinto la sua volontà di centrare i siti nucleari iraniani con i jet. In questa sfida per i cuori (angosciati) e le menti (assonnate) dei cittadini l’ultima mossa l’ha fatta Bibi, com’è soprannomi­nato: verso le 3 di notte una «fonte governativ­a di alto livello» — formula usata di solito per identifica­re il premier — incita la gente a non andare a dormire. Come a dire: non perdetevi il momento in cui darò l’ordine ai bombardier­i di decollare.

Netanyahu deve tenersi stretti gli estremisti di destra che si è portato nella coaliziosp­iegato ne: Itamar Ben Gvir, colono e ministro per la Sicurezza Nazionale, auspica «una furia devastante» nella ritorsione. E minaccia di lasciar liberi i suoi deputati di votare come preferisco­no in parlamento, in parte per questioni tra gli alleati — l’ordine dato da Gallant di smantellar­e un avamposto in Cisgiordan­ia — in parte perché è in disaccordo sulla gestione del conflitto a Gaza contro Hamas. Anche Eisenkot è tornato a criticare il premier su questi 192 giorni di battaglia e a smontare il suo motto preferito «vittoria totale»: «È una formula fuorviante». È a lui e a Gantz che si appella Yair Lapid chiedendo di tornare all’opposizion­e per ribaltare il governo e formarne uno nuovo: «Gantz può essere il primo ministro e non c’è israeliano che non vorrebbe Eisenkot alla Difesa».

«Mr Sicurezza»

Il premier deve tenersi stretti gli alleati di destra che si è portato nella coalizione

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