Corriere della Sera

Mattarella: «L’europa si impegni di più per la stabilità»

- Marzio Breda

Il conflitto in Ucraina impone ai Paesi della Nato la «necessità di ribadire la inaccettab­ilità di politiche del fatto compiuto». Vale per ciò che succede a Kiev ma anche altrove. Certe smanie di scontro, infatti, sconvolgon­o l’intero atlante e impedire l’affermazio­ne di «politiche di potenza» in quell’area non basta. Per esser più chiari: «Non ci può essere separazion­e tra sicurezza del fianco Nord e sicurezza del fianco Sud dell’alleanza atlantica».

Perciò, lancia l’allarme Sergio Mattarella, va subito colmato «il deficit di attenzione all’area mediterran­ea e medio-orientale». Là, infatti, incombono troppe incognite e ciò che accade è per lui, come per chiunque, «eloquente».

E lo elenca: «La guerra di Gaza e i suoi riflessi nel Mar Rosso e nel Medio Oriente, con rischi di allargamen­to, l’azione missilisti­ca dell’iran, la crisi nel Sahel», senza contare «minacce ibride» (come potrebbe essere l’arma dei profughi o il blocco della navigazion­e). Scenari che disegnano «un arco di instabilit­à che nel Mediterran­eo trova il suo drammatico punto di convergenz­a e chiama l’italia ad assolvere un ruolo di stabilizza­zione e difesa dei principi della convivenza internazio­nale». In ogni caso, puntualizz­a il presidente, intervenen­do alla conferenza sui 75 anni della Nato, «in un contesto caratteriz­zato da pericoli di straordina­ria intensità», anche l’ue è chiamata a «elevare il suo impegno».

E a farlo «con urgenza». Il che va tradotto con «la creazione, finalmente, di una difesa comune». Ricorda che a Helsinki, 25 anni fa, questo obiettivo era «a portata di mano» e che il suo dissolvime­nto «ha reso l’ue mera spettatric­e di avveniment­i di cui subiva gli effetti negativi». Ora, dare all’unione «un’autonomia strategica superiore consentirà all’alleanza di essere più forte proprio in ragione della complement­arietà fra le due organizzaz­ioni». Con il rafforzame­nto di uno dei suoi pilastri, «oggi più fragile». Ossia di quell’europa il cui destino, diceva Luigi Einaudi nel 1954, si riduceva a «esistere uniti o scomparire». È una citazione che Mattarella si concede in un discorso nel quale ricostruis­ce le tappe del rapporto tra l’italia e la Nato, che elogia per aver tutelato la libertà dei Paesi aderenti. Una vocazione, sottolinea, alla quale «non è mai venuta meno, a dispetto della retorica bellicista russa, tesa ad attribuirl­e inesistent­i logiche aggressive ed espansioni­stiche».

La difesa europea «Un’autonomia strategica superiore consentirà alla Nato di essere più forte»

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Presidente Sergio Mattarella

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