Lupi solitari, grandi eventi e confine Est I tre fronti dell’allerta
Tajani in audizione: pronti ad adottare nuove misure E Crosetto: Israele ha speso un miliardo in poche ore
Lupi solitari, rotta balcanica, radicalizzazione in Rete. Rischi concreti che si aggiungono a quelli connessi alla narrativa anti occidentale e anti israeliana, quando non anche antisemita, che percorre il web, le piazze e le università settimana dopo settimana dall’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. L’escalation di tensione in Medio Oriente, con l’azione militare dell’iran contro Israele e l’annunciata risposta di Tel Aviv, potrebbe avere ripercussioni sullo scenario eversivo in Italia.
Solo pochi giorni fa sul Corriere il direttore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo Diego Parente ha ricordato che «siamo un obiettivo al pari di altri Paesi europei. Nella propaganda jihadista, Roma è un target remunerativo come Londra e Parigi. Il clima di odio potrebbe favorire processi di radicalizzazione violenta». La parola d’ordine è non abbassare la guardia. Difficile comunque in un momento in cui le misure di sicurezza sono a un livello inedito. Nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza al Viminale, con i vertici dell’intelligence e presieduto dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ieri è stata ribadita l’importanza dei controlli sui flussi migratori e sulla frontiera con la Slovenia. Non si esclude un aggiornamento dell’elenco degli obiettivi sensibili, oggi 28 mila in Italia, 250 di prima fascia, compresi quelli israeliani ed ebraici. L’attenzione è alta. Non solo sui cani sciolti che potrebbero riconoscersi nelle frange dell’estremismo islamico e di quello suprematista, ma anche sulla protezione di siti produttivi, infrastrutture critiche (energia e trasporti) in passato già nel mirino degli hacker. Da un mese è in azione la nuova Direzione centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica e si valuta un aumento di visibilità delle pattuglie. Perché eventi e luoghi affollati possono finire nel mirino. Così si mettono a punto i piani di sicurezza per il G7 dei ministri degli Esteri a Capri, la Biennale di Venezia, Salone del Mobile e Design Week a Milano, Romamilan e Lazio-juventus allo stadio Olimpico. «Controlleremo spettatore per spettatore», assicura il prefetto di Roma Lamberto Giannini ieri alla Lumsa con il direttore della polizia postale Ivano Gabrielli.
Ma la sicurezza interna non può prescindere da ciò che accade in Medio Oriente. La premier Giorgia Meloni ha parlato ieri con il re di Giordania Abdallah II sull’esigenza di evitare un’altra escalation regionale, rivendicando l’impegno umanitario italiano per Gaza. Davanti alle Commissioni di Camera e Senato, invece, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avvertito che «siamo pronti ad adottare ulteriori misure in risposta a eventuali nuove iniziative destabilizzanti» dell’iran e dei suoi alleati, mentre il responsabile della Difesa Guido Crosetto ha ricordato che «Israele, per avere un quadro dei costi di sicurezza, ha speso un miliardo di euro per qualche ora» di protezione da droni e missili iraniani, nonché «l’importanza di avere un sistema di difesa aerea e missilistica integrato quale strumento di deterrenza e sicurezza per la Nazione».