Nelle torri di legno tutto il made in Italy della sostenibilità
Aperta al Corriere l’installazione di Cucinella
Sono già soprannominati i «grattacieli sostenibili». Cassette di legno su cassette di legno, al posto del cemento. Una «città miniera» dentro la città: la prima è quella progettata dall’architetto Mario Cucinella nello storico cortile del Corriere per la Design week, l’altra è Milano. Ovviamente diverse per dimensioni, eppure così vicine per quella aspirazione a immaginare il futuro. Che sia però sostenibile. Non a caso il titolo dell’installazione firmata dallo studio Mario Cucinella architects è «Città miniera: design, dismantle, disseminate». Tradotto: design, smantellare, diffondere. Già, perché quelle torri di casse della frutta, quando domenica finirà il Fuorisalone, torneranno alla loro funzione originale. Riciclo.
È con questa installazione che il palazzo in stile liberty di via Solferino, progettato da Luca Beltrami nel 1904, ieri ha aperto le porte per la seconda volta alla Milano Design Week. L’anno scorso il progetto di Corriere, Living e Abitare ruotò attorno agli ascensori del Tempo immersivi, pensati dallo studio Migliore+servetto. Quest’anno il protagonista di «Solferino 28» è l’economia circolare. A dare vita e colore ai grattacieli di legno sono le piante di Gardenia. In alcuni punti della città labirintica, i rami cadono lungo i lati coprendo delle piccole gabbie metalliche che imprigionano delle pietre, ma anche degli attrezzi ferrosi. Quasi a simboleggiare la vittoria del green sul cemento.
«In questa “città miniera“tutto verrà riciclato. Quindi chi meglio di Mario Cucinella, un architetto con a cuore la sostenibilità e il valore del Pianeta? — spiega Urbano Cario, presidente e amministratore delegato di Rcs Media Group —. Questo progetto può essere sintetizzato in una parola: economia circolare. Che ci deve far pensare alle città del futuro, a Milano: vanno immaginate di nuovo». Ma si parte dall’interno. Da Solferino 28 in questo caso: «Sarebbe bello avere persone che entrano in maniera indipendente per visitare il nostro palazzo. Quando l’ho riacquistato, volevo “ridare” la sede storica ai milanesi. L’invito è di farlo nel prossimo futuro».
Nel titolo dell’opera, in quelle tre «D», c’è tutto il senso dell’installazione. Tanto che «l’idea m’è venuta viaggiando in autostrada tra Milano e Bologna perché osservavo quelle casse una sopra l’altra accatastate dagli agricoltori», parola di Mario Cucinella. «Il mondo dell’edilizia è il secondo grande produttore di rifiuti — ricorda l’architetto —. Invece che buttarli, molti materiali possono essere recuperati. Va detto, noi italiani siamo virtuosi. Già diversi componenti della finitura, dai pannelli alle piastrelle, vengono riciclati». Il problema, più che altro, è sempre il cemento. «Abbiamo bisogno di edifici nuovi — prosegue Cucinella —, ma il vulnus sta nella progettazione che deve pensare anche allo smontamento». In un parola: «l’estetica del recupero».
Ma dietro l’installazione, c’è un’intera rete «sostenibile» che soffia nella direzione del riutilizzo. È un intreccio di aziende, imprenditori, consorzi e banche. La lista è lunghissima, e testimonia la sinergia delle parti: si va, per esempio, dal legno di Fantoni, alla multiutility dell’energia A2a fino a Generali e a Banco Bpm, passando per Mv Line (azienda di tendaggi), il consorzio Biorepack e il gruppo Koelliker, importatore e distributore di automobili in Italia.
A fianco della sostenibilità, nel cortile del Corriere, giovedì e sabato sera, nel quartiere di Brera, il più ricco di showroom per il Fuorisalone, due performance dimostrative realizzate da Acrobatica.
"L’idea mi è venuta sull’a1 tra Milano e Bologna vedendo tutte le casse della frutta accatastate Mario Cucinella
"Milano va ripensata nel futuro E vorrei che la gente entrasse nella nostra sede in modo indipendente Urbano Cairo
Economia circolare In «Città miniera» un percorso che spiega il riciclo di ogni genere di materiale