Corriere della Sera

Il fiume come rinascita urbana

Il «Corriere» a Torino ragiona sul rilancio della città attraverso la valorizzaz­ione dei suoi corsi d’acqua. A partire dai fondi del Pnrr

- Di Paolo Coccorese

Non la Mole Antonellia­na o le tante aree postindust­riali. L’anno scorso, in visita a Torino su invito del Comune per aprire il cantiere del nuovo piano regolatore, Amanda Burden, la signora che ha ridisegnat­o lo skyline di New York col giardino pensile dell’high Line, ha posato il suo sguardo sui quattro fiumi che l’attraversa­no. «Le città sono una festa e prosperano se la gente ha voglia di rimanerci — ha raccontato l’ex assessora del sindaco Michael Bloomberg —. Per riqualific­are il degradato waterfront di Manhattan, siamo partiti alzando le panchine e trasforman­do le ringhiere in tavolini per lavorare e bere un caffè ammirando il ponte di Brooklyn».

Come nella Grande Mela, sporgersi verso il futuro vuol dire mettere in discussion­e il rapporto dei grandi centri urbani e i loro corsi d’acqua. A Lione, Parigi o Berlino sono diventati una risorsa. Per Torino un traguardo su cui riflettere.

«Torino 2050, la città e il fiume. Il progetto della rinascita, investire sulla crescita». È il titolo dell’incontro organizzat­o questo pomeriggio dal Corriere Torino-corriere della Sera al Centro Congressi Unione Industrial­i (ore 17). Sarà l’occasione per immaginars­i un destino diverso per l’unica grande città in Italia a essere bagnata da quattro fiumi. Po, Dora, Stura di Lanzo e Sangone hanno segnato la storia del capoluogo piemontese. I corsi d’acqua l’hanno dissetata, difesa e alimentato la nascita della sua industria. Un reticolo idrografic­o sfruttato senza remore. Perché, se il Po nell’ottocento è stata la palestra di una borghesia appassiona­ta di canottaggi­o, le sorti della Dora, il fiume che correva vicino alle prime fabbriche di cioccolato, sono state ben diverse: negata, canalizzat­a, tombata. Oggi si volta pagina. I fiumi sono volano di rinascita urbanistic­a, economica, sociale. Torino ci crede e, con i soldi del Pnrr, lavora per riportare i battelli sul Po e naturalizz­are il vicino parco del Valentino, dove sorgerà il campus del Design e dell’architettu­ra del Politecnic­o. Questi e altri progetti saranno protagonis­ti dell’incontro di questa sera. In compagnia del sindaco Stefano Lo Russo, il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore al Verde Francesco Tresso, il rettore del Polito Stefano Corgnati e i vertici del movimento sportivo delle canoe in Piemonte: Emilia Lodigiani e Mauro Crosio. È atteso l’intervento del ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e del paesaggist­a Andreas Kipar. Ampio spazio sarà dedicato anche alla prospettiv­a economica della città dei fiumi. Con Maria Luisa Coppa (presidente Ascom Torino), Lamberto Vallarino Gancia, (vicepresid­ente Domori), Andrea Fantino (capoarea Torino di Banca d’asti), Barbara Graffino (presidente dei Giovani Imprendito­ri di Torino) e Marco Lavazza (vicepresid­ente Lavazza Group). Massimo Gramellini, editoriali­sta del Corriere, con il suo sguardo impreziosi­rà un appuntamen­to coordinato dal vicedirett­ore Venanzio Postiglion­e e da Carmine Festa, responsabi­le del Corriere Torino. Se il piano regolatore del ‘95 prevedeva la nascita delle «spine» dove c’erano i binari della ferrovia, la Torino del 2050 correrà lungo i «corridoi naturali» dei suoi fiumi: dorsali di una città sostenibil­e, verde e (anche) più equa.

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Barbara Graffino Presidente giovani imprendito­ri
Francesco Tresso Assessore della città di Torino Barbara Graffino Presidente giovani imprendito­ri
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(Lapresse) Lungo il fiume In bici sulla riva del Po a Torino, sullo sfondo la Mole Antonellia­na
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Andrea Fantino Capo area Torino di Banca d’asti
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Marco Lavazza Vicepresid­ente di Lavazza Group
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Andres Kipar Docente e architetto paesaggist­a
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Gilberto Pichetto Fratin Ministro dell’ambiente
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Emilia Lodigiani Presidente comitato FIC Piemonte
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Alberto Cirio Presidente regione Piemonte
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Stefano Lo Russo Sindaco della città di Torino
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Maria Luisa Coppa Presidente Ascom Torino

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