Arcangelo e Antonio
I giovani del quartiere napoletano nel progetto di alternanza scuola-lavoro L’accordo con l’alberghiero Morano e il tirocinio al ristorante degli Azzurri Da Caivano a Coverciano «Un mestiere e i nostri sogni»
Quando la mattina si alza e davanti a sé vede il campo di calcio della Nazionale, Antonio De Filippo, 16 anni, comincia a correre. Un giro di campo, due giri, tre giri. Guarda l’erba verdissima del campo e sogna un giorno di calpestarla. Proprio come il suo idolo, Paolo Maldini, le cui foto tappezzano le pareti del centro tecnico di Coverciano, a Firenze. Antonio è arrivato qui da Caivano, Napoli, territorio fragile, zona di spaccio, nell’ambito del progetto Figc che ha portato sedici studenti dell’istituto alberghiero Morano a fare venti giorni di tirocinio al ristorante degli Azzurri.
«Per me è un sogno essere qui - racconta Antonio - e non solo perché così posso imparare il mestiere di cameriere servendo i calciatori che si allenano, ma perché io da grande voglio veramente essere come loro. Gioco nelle giovanili di una squadra napoletana, faccio il difensore e vorrei diventare professionista per aiutare mia madre e i miei quattro fratelli piccoli. Nostro padre si è allontanato dalla famiglia dopo i problemi legati alla tossicodipendenza, devo darmi da fare». E quindi per esempio succede che, dopo la foto di rito con la Nazionale femminile, Antonio abbia intercettato Martina Piemonte, attaccante azzurra, chiedendole consigli per il suo avvenire.
Lei ha risposto, illuminandolo, e lo ha abbracciato. Poi Antonio è tornato a servire ai tavoli, con il gilet dell’istituto Morano.
Ragazzi e ragazze che arrivano da contesti difficili. Insieme con Antonio c’è il suo compagno di classe Arcangelo Canciello, anche lui 16enne: «Io non seguo il calcio, ma essere qui è meraviglioso». Passa accanto alla teca con la maglia di Fabio Cannavaro dei Mondiali 2006, poi le foto di Dino Zoff, quelle di Marcello Lippi, quelle storiche di Riva, Antognoni, Rossi: «Essere qui è importante per imparare bene il mestiere di cameriere in un contesto ufficiale, da grande sogno di lavorare nel ristorante napoletano che mio cugino ha aperto in Inghilterra».