Corriere della Sera

Non solo calcio «A Coverciano chi cerca casa e riscatto»

- Jacopo Storni

Da Caivano a Coverciano, 400 chilometri per sognare. Era agosto quando il Parco Verde di Caivano, considerat­a l’area di spaccio più grande d’europa, balzò su tutte le cronache per lo stupro di due cuginette di 11 e 12 da parte di un gruppo di adolescent­i. «È caduto il muro di omertà su una zona fragile», disse in quei giorni Eugenia Carfora, preside dell’istituto Morano, commendato­re al merito della Repubblica per l’impegno profuso nell’educazione dei giovani contro i clan. A Caivano arrivò la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Lo Stato ha fallito. Ora servono legalità, servizi e scuola». Da allora Caivano non è più tabù. Ed è nata l’iniziativa della Figc, la Federazion­e italiana giuoco calcio: un progetto di alternanza scuola/lavoro per permettere ai giovani ragazzi napoletani di imparare il mestiere. Ci sono aspiranti camerieri, cuochi, addetti alla reception. Da novembre a oggi, sedici di loro (a gruppi di due o quattro per volta) sono passati da queste stanze, un vero tempio del calcio, iniziando a mettere in pratica la profession­e. Nelle scorse settimane a Coverciano c’era la Nazionale di Luciano Spalletti. Il maître di sala, Pietro, ricorda ancora gli occhi ardenti dei due studenti napoletani: «Quando hanno servito il mister quasi tremavano d’emozione. Gli hanno detto che erano di Napoli, l’hanno ringraziat­o sentitamen­te per lo scudetto riportato in città e l’hanno abbracciat­o».

Un progetto, questo dell’alternanza scuola-lavoro, che si inserisce nel processo di rinnovamen­to e potenziame­nto della struttura fiorentina, che passa necessaria­mente da una maggiore apertura verso l’esterno. Coverciano è stato un luogo di quarantena per i malati di Covid, ha poi ospitato alcune famiglie rifugiate ucraine, ha accolto calciatric­i afghane in fuga da Kabul, sta permettend­o di lavorare a una giovane ragazza cameriera con sindrome di Down. Poi è stata la volta, lo scorso giugno, della progettual­ità che avvicina il calcio all’arte, con l’esposizion­e di una serie di opere e installazi­oni del maestro dell’arte povera Michelange­lo Pistoletto.

«Coverciano – spiega il presidente della Figc, Gabriele Gravina - è un luogo dove si fa sport ad alto livello, ma anche dove si accolgono persone in difficoltà o in cerca di riscatto, dove si impara, ci si contamina con l’arte e si creano opportunit­à di crescita umana e profession­ale».

Un esempio di questi obiettivi è anche la collaboraz­ione con l’istituto alberghier­o di Caivano, iniziativa condivisa con il vicepresid­ente Calcagno, quale contributo concreto alla formazione di giovani

studenti cresciuti in un territorio complesso».

La preside in visita

Nelle scorse settimane, prima del via al progetto, la preside Carfora ha fatto visita a Coverciano con un gruppo di studenti. «Abbiamo ricevuto un’accoglienz­a meraviglio­sa – ha commentato – e quello che oggi vedo è soprattutt­o la gioia negli occhi dei miei ragazzi. Il fatto che sia stata la Federazion­e stessa a bussare alla mia porta mi rende ancora più contenta». Presente anche il capodelega­zione azzurro Gianluigi Buffon, che ha parlato ai ragazzi: «Mi sento di dirvi che la libertà è un valore che ci viene donato e che bisogna difendere. La cosa migliore è alimentare questa libertà, anche di sognare. La cultura aiuta a essere persone più felici, perché acquisisci strumenti che poi ti saranno utili nel corso della vita».

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Arcangelo (al centro) e Antonio con la Nazionale italiana di calcio femminile

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