Corriere della Sera

Le custodi delle memorie nei Cimiteri dell’uguaglianz­a

- Di Paolo Rodari

Quello «degli Inglesi» e quello «agli Allori»: a Firenze accoglieva­no i non cattolici e gli stranieri Li presiede Francesca Paoletti, che con suor Julia Bolton Holloway narra le vite di chi vi è sepolto Luoghi di incontro e cultura, un’associazio­ne cura manutenzio­ne e restauro con l’aiuto dei rom

«Tutto ebbe inizio da una discrimina­zione. Quella che subivano a inizio Ottocento a Firenze i cosiddetti “non cattolici”. Non potevano avere sepoltura. La Chiesa cattolica poneva un veto. E così alcuni emigrati dalla Svizzera di religione riformata protestant­e, fedeli a un dna di maggior apertura e inclusione, edificaron­o su una montagnola in prossimità di Porta a Pinti (oggi distrutta) un cimitero per tutti gli esclusi, chiamato “degli inglesi”, come erano definiti in città coloro che non parlavano italiano. Divenne non solo un campo santo per tutti, ma anche un luogo di accoglienz­a e integrazio­ne in particolar­e per le persone più svantaggia­te».

Piccola abitazione

Francesca Paoletti, bernese d’origine, è presidente dei due cimiteri evangelici di Firenze, quello «degli inglesi» e quello «agli Allori», dove chi è «senza patria» ha sempre trovato sepoltura. «Agli Allori» riposano fra gli altri il collezioni­sta Frederick Stibbert e Oriana Fallaci. All’«isola dei morti», come il pittore svizzero Arnold Böcklin battezzò coi suoi dipinti il «Cimitero degli inglesi» ispirandos­i al paesaggio che vedeva dalla sua villa di San Domenico a Fiesole, ci sono la poetessa Elizabeth Barrett Browning, il predicator­e americano abolizioni­sta Theodore Parker, il pittore preraffael­lita William Holman Hunt, lo scrittore Walter Savage Landor. Racconta Paoletti: «Ogni persona sepolta ha una sua storia unica. L’angelo custode del cimitero, l’eremita Julia Bolton Holloway, ne racconta le memorie ai visitatori. Come un dantesco Virgilio dei giorni nostri, suor Julia accompagna i visitatori fra le tombe, evocando la storia di chi vi è sepolto. Grazie a suor Julia e all’impegno della nostra Chiesa evangelica riformata, nei due cimiteri si promuovono ciclicamen­te iniziative culturali e sociali, nella consapevol­ezza che il cimitero è anzitutto luogo d’incontro oltre che di accoglienz­a, ancora oggi , per defunti di tutte le confession­i e non credenti».

Suor Julia vive nel Cimitero degli inglesi da anni, in una piccola abitazione situata all’entrata. È lei a curare questo luogo di storia e di tolleranza, dove, dice, «gli schiavi trovano sepoltura non meno che i loro padroni». Già direttrice del Dipartimen­to di Studi Medievali all’università del Colorado, poi custode di Casa Guidi (la casa-museo dove vissero Elizabeth Barrett e Robert Browning nel loro soggiorno fiorentino), ha restaurato gran parte del patrimonio artistico presente grazie ai fondi versati dalla Chiesa e all’opera fattiva dei rom. Racconta Paoletti: «Julia ha fondato l’associazio­ne Aureo Anello che oltre a promuovere il restauro del cimitero ha lo scopo della conservazi­one e dello sviluppo del patrimonio librario attraverso una biblioteca intitolata a Fioretta Mazzei. Promuove iniziative culturali e artistiche, opere benefiche e sociali rivolte in particolar­e a cittadini svantaggia­ti, persone senza lavoro e discrimina­te. Suor Julia resta fedele alla tradizione del Cimitero che in tempi non facili accoglieva tutti, compresi i bambini non battezzati cui la Chiesa cattolica non dava sepoltura. Oggi nel cimitero lavorano alcune persone rom incaricate di giardinagg­io e piccoli lavori di restauro, ogni dettaglio deve essere curato e offrire pace». Scrive Emile Cioran: «Alla minima contrariet­à, e a maggior ragione al minimo dispiacere, bisogna precipitar­si nel cimitero più vicino, dispensato­re immediato di una calma che si cercherebb­e invano altrove. Un rimedio miracoloso, per una volta».

Da tempo la Chiesa evangelica riformata svizzera lavora per far diventare i due cimiteri luoghi di memoria e cultura. Vi sono sepolti cattolici, evangelici, musulmani, ebrei, non credenti. Agli Allori un importante progetto di restauro conservati­vo è in corso col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. E con diverse Università e Istituzion­i, conclude Paoletti, «organizzia­mo percorsi che facciano riscoprire il cimitero come luogo di bellezza e di pace». Fra i tanti progetti, dal 22 aprile l’«incipitoio»: esposizion­e di foto che ritraggono particolar­i dei due cimiteri, come fossero copertine di libri su cui ogni visitatore è invitato a scrivere ciò che l’ispirazion­e gli suggerisce. Premiazion­e finale al Gabinetto Vieusseux.

Tolleranza Tra le tombe di Oriana Fallaci, pittori, artisti, «gli schiavi riposano accanto ai padroni»

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Nella foto, Francesca Paoletti, presidente dei due cimiteri evangelici di Firenze

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