Corriere della Sera

Un nuovo capitolo: Pizzaut si presenta all’onu

L’annuncio di Nico Acampora durante la presentazi­one del libro sulla sua impresa

- R.red.

Il prossimo 12 giugno Nico Acampora, fondatore di Pizzaut, la prima pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici, volerà a New York. Varcherà le porte del palazzo di vetro dell’onu per raccontare un sogno che si è realizzato, la possibilit­à che sta offrendo a decine di giovani autistici di lavorare con contratti a tempo indetermin­ato. «Otto ore di andata, otto di ritorno e otto minuti per parlare», sintetizza sorridendo.

Chissà se otto minuti basteranno per raccontare un’avventura che è iniziata nel 2017 guardando suo figlio Leo, diagnosi di autismo quando aveva 2 anni, sorridere felice impastando la pizza sul tavolo della cucina. Da allora Acampora e i suoi ragazzi sono stati chiamati ovunque: da piazza San Pietro dove hanno sfornato pizze per i clochard, a Montecitor­io fino a Bruxelles dove Acampora ha ricevuto il premio di «Cittadino europeo dell’anno» nel 2023.

Una storia straordina­ria raccontata nel libro Vietato calpestare i sogni (Solferino), scritto a quattro mani con Elisabetta Soglio. Fresco di stampa, il 9 aprile, il libro è stato presentato a Monza nella grande sede di Pizzaut inaugurata un anno fa dal Presidente Mattarella.

«Volevamo - ha spiegato Acampora - che la prima presentazi­one avvenisse qui, perché è la nostra casa». Sono arrivate oltre 500 persone: i ragazzi con i loro grembiuli rossi, le famiglie, i volontari, gli imprendito­ri che hanno creduto in questo sogno e tanti fan di Pizzaut.

Insieme agli autori anche Stefano Belisari, in arte Elio, da sempre vicino a Pizzaut ha parlato delle sue difficoltà di padre di un ragazzo autistico: «Qui ci sono ragazzi che hanno un lavoro - ha detto - e sono fortunati, ma sono un numero infinitesi­male rispetto a tutti coloro che restano a casa. Quando ti arriva una diagnosi di autismo non sai dove sbattere la testa, non c’è nulla in Italia di supporto alle famiglie che sono disperate».

La storia di Pizzaut nasce dalla disperazio­ne di un padre e di una madre, ma anche dalla loro straordina­ria forza di voler cambiare le cose. «La parte più difficile da raccontare - ha spiegato Acampora sono stati i primi anni di Leo. Per quattro anni io non parlavo di mio figlio, in famiglia se ne occupava mia moglie, mentre io mi dedicavo alla figlia più grande. Poi la morte di mia madre disabile ha cambiato le cose. Mi sono detto che se la mamma se ne era andata era per liberarmi del tempo per fare qualcosa di buono».

Quel «qualcosa di buono» sono le tante storie che sono una ventata di speranza e ottimismo. E sono Lorenzo, Gabriele, Beatrice, Andrea, Matteino, Simone, Letizia: alcuni dei 37 ragazzi autistici che hanno un contratto di lavoro a tempo indetermin­ato grazie a Pizzaut, protagonis­ti di questa avventura entusiasma­nte, condita di conquiste, fatiche, coraggio, allegria.

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(Foto Roberto Mignanego) Acampora e Elio durante la presentazi­one del libro Vietato calpestare i sogni

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