RIVOLUZIONE ENERGETICA TRA OSTACOLI E FAKE NEWS SERVE PIÙ CONOSCENZA
La lotta alla crisi climatica è una corsa contro il tempo. E vincerla lentamente equivale a perderla. Il nostro Paese deve fare la sua parte, ma non lo sta facendo come dovrebbe. Lo sviluppo delle rinnovabili continua a incontrare troppi ostacoli, anche se non mancano le buone notizie. Partiamo da queste ultime. Secondo Terna nel 2023 abbiamo installato 5,8 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili (nel 2022 erano stati 3) mentre nei primi due mesi del 2024 ne abbiamo aggiunti altri 1,3 GW. Stiamo accelerando ma dobbiamo farlo con più vigore per arrivare a 12 GW annui, confermando questa nuova potenza rinnovabile installata ogni anno fino al 2030. La produzione elettrica netta da rinnovabili dal 2022 al 2023 è aumentata dal 35,6% al 43,8% (dati Terna): grazie alla ripresa dell’idroelettrico, dopo due anni di siccità, e ai nuovi impianti, in un solo anno c’è stato un aumento dell’8,2%. Proseguendo così, l’obiettivo del 100% di elettricità da rinnovabili entro il 2035 è alla nostra portata.
I problemi, però, sono ancora molti. Con il recente rapporto «Scacco matto alle rinnovabili» abbiamo descritto gli ostacoli non tecnologici allo sviluppo di quegli impianti che possono abbassare le bollette e liberarci dai fornitori mondiali di gas. Abbiamo censito 63 casi paradossali. Ci sono Comuni che in area industriale preferiscono realizzare nuovi poli logistici per evitare nuovi impianti eolici o fotovoltaici a terra. O le moratorie ai nuovi impianti rinnovabili, come quella annunciata dalla neoeletta governatrice Alessandra Todde in una Sardegna che produce i tre quarti dell’elettricità da carbone.
Tra gli ostacoli c’è il cronico conflitto tra Ministeri. Le Commissioni
Via-vas e Pnrr-pniec del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica nel 2023 hanno rilasciato pareri per 10,5 GW di nuovi impianti a fonti pulite, mentre nei primi 3 mesi del 2024 hanno già raggiunto la soglia dei 3 GW (tra questi anche il via libera al primo impianto eolico offshore davanti alla costa siciliana, nel trapanese). Il problema nasce dal fatto che il Ministero della Cultura (Mic) da parte sua ritarda a rilasciare i pareri: sono 67 i progetti che hanno avuto l’ok dal Ministero dell’ambiente, ma sono in attesa di parere dal dicastero di Via del Collegio Romano. Il Mic, poi, quando rilascia il parere fa propri i frequenti no delle Sovrintendenze, alimentando un conflitto con l’ambiente, che può essere risolto solo da Palazzo Chigi: a oggi sono 81 i progetti in attesa di decisione della Presidenza del Consiglio dei ministri. Sarebbe fondamentale un’azione preventiva dei conflitti: il Ministero della Cultura dovrebbe approvare delle linee guida con l’obiettivo di aiutare le Sovrintendenze a coinvolgere le imprese della transizione energetica in una migliore integrazione paesaggistica dei nuovi impianti, liberando i suoi uffici territoriali da una poco comprensibile sindrome dell’accerchiamento. Un altro ostacolo è il ritardo delle Regioni a rilasciare le autorizzazioni finali agli impianti: al 17 gennaio 2024 erano 1.376 i progetti ancora in valutazione. L’unica eccezione positiva è la Regione Campania, molto efficiente nelle valutazioni e nelle autorizzazioni. Per accelerare la transizione energetica e la decarbonizzazione bisogna investire sulle rinnovabili dai grandi impianti alle comunità energetiche - ma anche su reti e accumuli, coinvolgendo i territori per ridurre le contestazioni. Per farlo velocemente serve potenziare nei numeri e aggiornare nelle competenze il personale degli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni. È importante anche uno snellimento degli iter autorizzativi (è urgente, ad esempio, quello sul «repowering» dei vecchi impianti eolici, per sostituirli con un minor numero di pale più potenti), dando tempi certi alle procedure.
Serve, infine, un cambio culturale. È anche questo l’obiettivo del Green energy day, la Giornata dell’orgoglio della transizione energetica, che il Coordinamento Free, insieme con le associazioni che ne fanno parte, tra cui Legambiente, ha organizzato per sabato 20 aprile 2024 (www.greenenergyday.it). In tutta Italia sarà possibile visitare impianti eolici, fotovoltaici, idroelettrici, a biomasse, comunità energetiche e interventi d’efficientamento energetico con pompe di calore e cogenerazione. La conoscenza è un potente antidoto contro le fake news. Ne circolano davvero tante contro la rivoluzione energetica. È arrivato il momento di intensificare una urgente, necessaria e diffusa operazione verità.
La giornata Il 20 aprile per il Green energy day sarà possibile visitare impianti eolici, fotovoltaici e idroelettrici