Corriere della Sera

Energia nucleare, si riapre il dossier : «Le tecnologie ci sono»

Sogin: pronti a ripartire. Salvini: nuovo referendum

- Di Fausta Chiesa DALLA NOSTRA INVIATA

«Se si vogliono abbassare le bollette dei cittadini e delle imprese il nucleare è un dovere: i francesi pagano la luce, a casa, il 30% in meno e le imprese il 50% in meno. Mi impegno perché l’intero governo entro il 2024 riporti l’italia tra i Paesi civili e sviluppati e se servisse un passaggio referendar­io sono il primo a proporre una raccolta firme». Matteo Salvini, vicepremie­r e ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti, ha lanciato ieri un altro dado a favore del ritorno e lo ha fatto dal palco nella iweek «Il nucleare italiano nella sfida al cambiament­o climatico», organizzat­a da V&A - Vento & Associati e Dune Tech Companies all’università di Pavia, che ospita uno dei pochi reattori ancora accesi a scopo scientific­o. Una scelta sostenuta da sempre da Forza Italia, presente con il deputato Luca Squeri, e da Italia viva intervenut­a con la senatrice Silvia Fregolent.

Le competenze Ma

il nostro Paese sarebbe pronto? «Le competenze nella

filiera si sono mantenute, a partire da quelle a livello universita­rio e anche dall’estero ci guardano», ha dichiarato il ceo di Edison, Nicola Monti, che ha sottolinea­to quanto la manifattur­a italiana lavori ancora in tutto il mondo su questo settore.

«In Sogin — ha dichiarato il ceo Gian Luca Artizzu — abbiamo tutte le competenze per la manutenzio­ne in stato di efficienza delle centrali nucleari e al nostro interno sono presenti moltissime delle competenze che servono per ripartire. Noi non fabbrichia­mo reattori, ma con un’alleanza con un’azienda estera saremmo pronti, o quasi pronti, per far ripartire le centrali già con le nostre maestranze. Dopo lo stop referendar­io degli anni Ottanta serve un contesto normativo che lo consenta. I problemi tecnologic­i sono tutti risolvibil­i». Certo, con il ritiro dell’autocandid­atura del comune di Trino Vercellese a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattiv­i, in Italia resta il nodo del sito. Ed Europa e Usa sono rimaste indietro rispetto a Russia e Cina, che hanno in costruzion­e rispettiva­mente 22 e 21 reattori nucleari, a fronte di soli 15 nel resto del mondo, in base a dati forniti da Marco Ricotti, ordinario di Impianti nucleari al Politecnic­o di Milano.

Che ha aggiunto: «L’occidente non può permetters­i di rimanere indietro nello sviluppo di una fonte energetica che non solo serve per la decarboniz­zazione, ma riduce la dipendenza strategica supportand­o l’industria e il mondo del lavoro».

Filiera industrial­e, competenze e normativa a parte, bisogna

Favorevoli

Secondo un sondaggio Swg il 51% voterebbe a favore di centrali di nuova generazion­e

anche fare i conti con la volontà dei cittadini.

L’indagine

Che cosa voterebber­o gli italiani se si facesse un altro referendum sul nucleare? Secondo un sondaggio Swg commission­ato per iweek, il 51% voterebbe a favore della costruzion­e di centrali nucleari di nuova generazion­e. Più favorevoli i maschi (62%), gli under 34 (58%) e gli abitanti del Nord Ovest. Il 65% rimpiange di aver rinunciato negli anni scorsi allo sviluppo di tecnologie per l’energia nucleare. L’indagine restituisc­e un quadro in cui la popolazion­e è lontana da approcci ideologici e alla ricerca di maggior conoscenza. «I risultati del sondaggio — ha concluso Andrea Vento, ceo di V&A — testimonia­no quanto, a soli sei mesi dalla scorsa edizione di iweek, sia cambiata la percezione».

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