Mbappé e l’impresa Psg: ora o mai più
Champions: deve vincere a Barcellona, se va male per Kylian sarà l’ultima in Europa con i parigini
PARIGI Sarà la serata di Kylian Mbappé, nel bene o nel male. Nel bene, se a Barcellona il capitano del Paris Saint-germain saprà prendersi la squadra sulle spalle, rimediare al 2-3 dell’andata a Parigi e conquistare la semifinale di Champions League; nel male, se non dovesse farcela e il Psg venisse eliminato ai quarti. In questo caso la partita di stasera sarebbe l’ultima giocata da Mbappé con la maglia del Psg nella coppa europea, prima di trasferirsi al Real Madrid nella prossima stagione.
Mbappé è chiamato a superarsi, per non concludere in disgrazia i cinque anni passati al Psg. Nell’andata a Parigi, mercoledì scorso, è stato uno dei peggiori in campo: lento, prevedibile, svogliato. Irriconoscibile: l’immagine del numero 7 che cammina mentre gli altri si dannano a perforare la difesa del Barça, che non si dà la pena di rientrare e finisce in fuorigioco, alla Balotelli, anche nei momenti più intensi del match, ha fatto male ai tifosi.
Sono mesi complicati per Mbappé, perché tutti sanno che l’anno prossimo non ci sarà più, l’allenatore Luis Enrique lo mette spesso in panchina «perché dobbiamo abituarci a giocare senza Mbappé», ma lui per ora resta l’uomo centrale della squadra, la star alla quale viene chiesto di non tradire nel momento decisivo della stagione.
Stasera partirà titolare quindi, nel trio di attacco assieme a Dembelé e forse al giovane Barcola, che è guarito dal lieve infortunio e a differenza dell’andata può giocare tutti i 90 minuti.
Si giocherà allo stadio olimpico di Montjuic e non al Camp Nou in ristrutturazione, e questo è forse un bene per il Psg perché al Camp Nou si è consumata la disfatta più grande nella storia della squadra parigina, la famosa Remontada del 2017, il 6-1 con il quale il Barça rovesciò lo 0-4 dell’andata e eliminò il Psg dagli ottavi. Sulla panchina della squadra catalana, allora, c’era Luis Enrique.
Lo stesso Enrique che oggi è allenatore del Psg, e che ieri in conferenza stampa ha mostrato di credere nella piccola, ma importantissima rimonta: «All’andata avremmo meritato almeno il pareggio, sono convinto che riusciremo a ribaltare la situazione. Faremo il nostro pressing alto, Ter Stegen (il portiere del Barça, ndr) giocherà lungo verso Lewandowski come all’andata, quando l’ha fatto 24 volte, un record. Vedremo tanti gol».
Il Paris Saint-germain spera nella voglia ritrovata di Mbappé, nella velocità e nell’istinto di rivalsa dell’ex Dembelé (ieri insultato dai tifosi catalani all’arrivo in hotel), nel ritorno di Hakimi (squalificato all’andata) che dovrebbe rinsaldare la difesa e spingere anche in attacco, nel dinamismo a centrocampo del 18enne Zaïre-emery, e diciamola tutta, in un po’ di fortuna, quella che spesso è venuta a mancare in Champions League, specie con la lotteria Donnarumma.
Nell’altro quarto di finale di stasera, il Dortmund riceve l’atletico Madrid di Griezmann, che ha vinto l’andata 2-1. Domani, il big match Manchester City-real Madrid (3-3 all’andata) e Bayern-arsenal (2-2).