Del mitologico «90° minuto» resta solo un malinconico ricordo
Del mitologico «90° minuto» sono rimaste solo le musichette che introducevano i servizi sulle partite della domenica. Il resto è solo ricordo malinconico. O forse mi sono sbagliato io: non ero sintonizzato su Rai2 ma su Rai Play e quello che stavo vedendo era un vecchio reperto. Eppure ero con altre persone e in tv parlavano di partite appena terminate, della ridicola sceneggiata che il difensore Federico Gatti ha fatto durante il derby di Torino, dei pareggi di Bologna, Napoli e Milan, di una classifica dei clean sheets (le porte inviolate). La conduttrice Paola Ferrari non ama queste espressioni albioniche e, desiderosa di sfogliare il calendario all’indietro, invitava a usare le parole della nostra cara madre patria: «Bisticcio, che bella parola bisticcio!». Non le piace nemmeno il regolamento del fuorigioco e ha ricordato ai presenti, che le ricordavano (era tutto un ricordo) che i regolamenti vanno seguiti, pena la rottura del giocattolo, che «la vita è fatta anche di prove di coraggio».
Ero al bar, e un signore che aveva appena ordinato uno spritz (come si dirà spritz in italiano?) ha alzato la voce: «Coraggio è diventare socia di Daniela Santanchè, occuparsi di comunicazione mentre sei ancora una dipendente Rai». Ma la sortita è caduta nel vuoto. Piuttosto, un altro signore era particolarmente insofferente nei confronti di Paolo Paganini, nel momento in cui il giornalista spezzino stava teorizzando che gli americani vogliono spettacolarizzare il Milan: «Non capisce niente di calcio e ci spiega quello che vogliono fare gli americani». Mi sono permesso di contraddire l’avventore, ma quello ripeteva: «Vede che mi dà ragione!».
A quel punto, per fare lo spiritoso ho trovato il coraggio di dire la mia: «Per me Marco Tardelli si sta myrtamerlinizzando, sembra che del calcio non gliene freghi più nulla». Ma la battuta era così astrusa che nessuno l’ha capita. «Quando ti decidi a fare l’abbonamento a Dazn», ha urlato un signore al barista: «Dobbiamo stare qui a sentire Bruno Giordano che è lì in quota Lazio». Cosa avrà voluto dire? Ormai eravamo tutti immersi in un’atmosfera vintage, dentro le Teche Rai, in un passato vicinissimo all’oblio.