Ucciso comandante di Hezbollah, il Libano ora ha paura
BEIRUT E se, ancora una volta, toccasse al Libano pagare il prezzo delle tensioni regionali? La domanda non è per nulla accademica: questo piccolo Paese profondamente diviso al suo interno e già sconvolto in passato da guerre civili, invasioni e guerriglie, guarda al nuovo duello tra Gerusalemme e Teheran da cui rischia di uscire con le ossa rotte. «Israele sfrutterà la situazione per cercare di eliminare una volta per tutte la presenza delle milizie sciite filoiraniane di Hezbollah. Non sappiamo bene quando, ma potrebbe essere molto presto. Gli americani sono preoccupati, non sono affatto certi di poter limitare le azioni militari israeliane in Libano, come del resto sino ad oggi non sono stati in grado di contenere l’attacco contro Gaza. Dunque, il peggio deve ancora arrivare», sostengono fonti diplomatiche occidentali a Beirut. Il rischio di un’escalation è grave. Lunedì quattro soldati dei battaglioni scelti Golani sono rimasti feriti durante un’operazione che li aveva visti entrare parecchie centinaia di metri oltre la linea minata della frontiera nella zona del villaggio libanese di Tal Ismail. Ieri è arrivata puntuale la risposta di Gerusalemme. I droni israeliani hanno sparato ad un’auto nel villaggio di Ain Erbel, uccidendo Ismail Baz, comandante delle unità di Hezbollah impiegate a pattugliare la fascia costiera attorno a Tiro. Secondo i portavoce israeliani, Baz era incaricato di organizzare i tiri di razzi. Poco dopo i droni israeliani hanno incenerito altre due auto, uccidendo almeno due guerriglieri e ferendone altrettanti.