«Siamo preoccupati per la Cina che si riarma Lotto per dare alle donne il ruolo che meritano»
La ministra degli Esteri di Tokyo: noi partner per la stabilità in Asia
Èil volto di un Giappone che cambia, anche se con i propri ritmi millenari. Yoko Kamikawa, 71 anni, dal settembre scorso è ministro degli Esteri del governo di Fumio Kishida. Ma di lei si sussurra, sotto i ciliegi in fiore dei parchi di Tokyo, che potrebbe diventare la prima premier donna del Sol Levante. Da oggi è a Capri per partecipare al G7 dei ministri degli Esteri. L’abbiamo intervistata.
Signora Kamikawa, come giudica lo stato dei rapporti tra Italia e Giappone? Che cosa è rimasto della visita della premier Meloni a Tokyo, lo scorso febbraio?
«Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha manifestato la ferma volontà di dare continuità ai risultati ottenuti nell’anno di presidenza giapponese del G7, ed io, personalmente, ne sono stata fortemente incoraggiata. Il primo ministro Kishida ha a sua volta trasmesso l’intenzione del Giappone di offrire tutta la propria collaborazione per il successo del vertice G7 di Puglia, confermando la comune volontà di continuare a cooperare a stretto contatto. Hanno inoltre concordato di lavorare in fitta sinergia in vari campi, a cominciare dalle collaborazioni nel settore della sicurezza, che annovera lo sviluppo congiunto di caccia di nuova generazione e lo scalo in Giappone di navi militari italiane, e nel settore economico, con la recente entrata in vigore dell’accordo di sicurezza sociale».
Il Giappone resta (come l’europa del resto) dipendente dagli Stati Uniti quanto a possibilità di rispondere a una grave minaccia dall’esterno. È ipotizzabile la trasformazione dell’esercito
da strumento di pura difesa a strumento capace di «aiutare» gli alleati?
«Attorno al Giappone si concentrano Stati caratterizzati da un’imponente forza militare; si consideri poi lo sviluppo di testate nucleari e missili da parte della Corea del Nord e il repentino potenziamento della forza militare cinese, privo di trasparenza: il nostro Paese si trova a fronteggiare il contesto più difficile e complesso dal dopoguerra ad oggi. Ritengo quindi sia necessario procedere a un radicale potenziamento della capacità di difesa, collaborando con gli alleati, Stati Uniti in primis. In quest’ottica, dunque, è necessario che non vi sia tra Giappone e Stati Uniti un Paese che “dipende” dall’altro ma che, al contrario, i due Paesi si adoperino “insieme” per consolidare la forza di contenimento e di azione della propria alleanza».
che, insieme alla Russia, sembra aver scelto una strada di confronto con l’occidente democratico — del quale il Giappone fa senz’altro parte. Che cosa può fare Tokyo per contribuire a evitare che la crisi diplomatica, in casi, ad esempio, come l’emergenza Taiwan, si trasformi in scontro aperto?
«Il nostro Paese, sulla base della “Strategia di sicurezza nazionale”, porta avanti una politica estera incisiva, in grado di prevenire le crisi, e contribuire attivamente a creare un contesto internazionale di pace e stabilità. La Cina, mentre continua ad innalzare a soglie sempre più alte il budget per la difesa, oltre a potenziare in maniera estesa e rapida la sua forza militare, compreso il potenziale bellico delle testate nucleari e dei missili, sta intensificando e ampliando, sia nel Mar del Giappone che nel Pacifico, le attività militari, ivi compresa la collaborazione con la Russia. In ogni occasione in cui è stato possibile abbiamo manifestato apertamente alla Cina la nostra preoccupazione».
Quali iniziative ha intrapreso per promuovere la parità di genere? Lei pensa che una giapponese possa diventare primo ministro?
«Da quando ho assunto l’incarico di ministro degli Esteri ho costantemente ed energicamente promosso l’avanzamento della parità di genere, soprattutto per quanto attiene all’agenda “Donne, Pace e Sicurezza” (Dps). In un contesto di progressiva mancanza di trasparenza in seno alla comunità internazionale, diviene sempre più importante la mentalità alla base dell’agenda Dps. Oltre all’impegno a tutelare e salvaguardare donne e bambine, in base al principio degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) di “non lasciare indietro nessuno”, una partecipazione in prima linea e in prima persona delle donne alla prevenzione dei conflitti, alla ricostruzione e alla costruzione della pace rende sempre più vicina una pace sostenibile. Il nostro Paese intende continuare a contribuire all’ulteriore promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile, nonché alla costruzione di una pacifica comunità internazionale.
Che cosa intende?
«Per far progredire la partecipazione delle donne e incrementare la percentuale di candidature
Le minacce Ritengo necessario un radicale potenziamento della capacità di difesa, insieme agli alleati
Verso la parità Intendiamo contribuire all’ulteriore promozione di parità di genere e empowerment femminile
femminili, intendiamo procedere con fermezza, sollecitando, ad esempio, iniziative specifiche dei vari partiti, dando “visibilità” ai numeri delle parlamentari e delle consigliere sia nel governo nazionale che negli enti locali, pubblicizzando le buone pratiche per innalzare la percentuale delle donne in politica. Sin da quando sono stata eletta la prima volta, nel 2000, ho dedicato tutta me stessa alle mie responsabilità politiche, sulla base delle mie convinzioni. Oggi, in qualità di membro del governo, al fine di consegnare alla prossima generazione un Giappone pieno di prospere e brillanti prospettive, un Giappone rispettato e ritenuto indispensabile dal resto del mondo, mi adopero al meglio, con determinazione e passione, per adempiere al ruolo che mi è stato accordato».