Corriere della Sera

«Sì all’energia nucleare L’unione sia più forte contro le crisi globali»

Calenda: le case «green»? Costano 600 miliardi

- Di Alessandra Arachi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Carlo Calenda per cosa si batte in Europa con la lista «Siamo Europei»?

«Obiettivi molto chiari: un decalogo di intenti e la miglior lista in termini tecnici mai presentata agli italiani».

Addirittur­a?

«La lista spazia da Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, ad Alessandro Tommasi, fondatore di Will, il sito d’informazio­ne più seguito dai giovani. Poi esperti di nucleare come Giuseppe Zollino, Alessio

D’amato sulla sanità, Federico Pizzarotti ».

A proposito di nucleare, lei ha sempre dichiarato di essere a favore.

«Senza l’energia nucleare non abbiamo nessuna possibilit­à di raggiunger­e l’obiettivo di emissioni zero. E oggi in Europa è considerat­a un’energia verde a tutti gli effetti».

Verdi non sono le energie rinnovabil­i?

«Le energie rinovabili non sono costanti come il nucleare, sono intermitte­nti. Non ci assicurano l’obiettivo».

Per l’energia nucleare c’è il problema delle scorie.

«Oggi le scorie di una centrale nucleare sono grandi quanto un bidone. Il nucleare è un problema soltanto in Italia. La Germania grazie al nucleare emette tre volte di meno».

Lei si è dichiarato anche contro il «Green deal». Come mai?

«Come è costruito non solo non è fattibile in termini di obiettivi ma anche per alcuni provvedime­nti».

Quali?

«Le case green. Costano 600 miliardi, non sono finanziabi­li. Nessuno ha spiegato in che modo possono essere finanziate. I nostri eletti si impegneran­no per fare una profonda revisione».

Dieci i punti del programma, ha detto. Il primo?

«Che la Ue continui a sostenere l’ucraina e lotti contro l’integralis­mo europeo. E poi l’istituzion­e di un commissari­o europeo alla difesa».

Cosa dovrebbe fare il commissari­o?

«Organizzar­e una forza di reazione rapida europea e poi gestire in maniera sinergica i 240 miliardi spesi dagli stati membri. Noi siamo la terza potenza militare del mondo ma non abbiamo coordiname­nto in termini di armamenti e quindi sperperiam­o moltissime risorse».

Altri punti?

«Dare più poteri al Parlamento europeo: l’iniziativa legislativ­a e l’eliminazio­ne del voto all’unanimità nell’ambito del Consiglio. Oggi questo voto consente, ad esempio, il ricatto di Orban sulle armi in Ucraina. Poi una politica industrial­e europea».

A quale scopo?

«È un punto sollevato da Mario Draghi. Una politica industrial­e che faccia lavorare

Le energie rinnovabil­i non sono costanti come il nucleare Non ci assicurano di raggiunger­e gli obiettivi

l’europa come una grande potenza e non come un condominio. I nostri obiettivi sono mirati a costruire gl Stati uniti d’europa».

Come il nome del progetto della lista di +Europa di Emma Bonino ?

«Tutti puntiamo agli Stati Uniti d’europa».

Però la lista Stati Uniti d’europa di Emma Bonino con +Europa è stata lanciata ad una convention dove c’era anche lei...

«Sì ero in collegamen­to dall’ucraina».

Poi però non ha voluto aderire perché con la lista si è alleato Matteo Renzi. Ma da +

Lo sviluppo «La politica industrial­e faccia lavorare l’europa come una grande potenza»

Europa hanno continuato a pregarla di unirsi alla coalizione.

«Io ho fatto grandi preghiere a Emma Bonino e +Europa per farli venire in questa lista. Emma ha poi detto ai suoi che ognuno dopo le elezioni andrà per la sua strada. Nella mia lista è il contrario».

Cosa vuole dire?

«Da noi tutti i candidati devono aderire a Renew Europe. Il nostro è un progetto politico che proseguirà oltre le elezioni».

La Ue è la terza potenza militare del mondo ma non abbiamo il coordiname­nto degli armamenti

Come?

«Si chiamerà partito della Repubblica con l’obiettivo di realizzare un’alternativ­a al bipolarism­o».

Previsioni per il risultato europeo?

«Andremo molto bene, supereremo abbondante­mente la soglia ma non faccio conti, ogni volta che li ho fatti li ho sbagliati».

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Carlo Calenda, segretario di Azione

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