L’avvocato «La premier sarà chiamata a testimoniare»
Il penalista Michele Laforgia, candidato sindaco al Comune di Bari, è il difensore di Luciano Canfora, lo storico querelato dalla premier Giorgia Meloni.
Avvocato Laforgia, si aspettava il rinvio a giudizio del suo assistito?
«Si trattava di un’udienza pre-dibattimentale, quindi era possibile questa decisione. Il giudice ha disposto il rinvio a giudizio poiché è necessaria una consistente integrazione probatoria che è incompatibile con la struttura dell’udienza stessa. Si deve fare nel dibattimento. È un esito fisiologico. Meno fisiologica, invece, è l’intera vicenda nel suo complesso».
Perché?
«È piuttosto singolare che un giudizio storicopolitico
Combattente
Si tratta di forze e interessi impari Ma il professore è un combattente
si svolga in un’aula di tribunale, per giunta nell’aula di un tribunale penale. Ed è ancora più singolare che vi sia da un lato un intellettuale e storico di chiara fama e dall’altro l’attuale presidente del Consiglio, un potere dello Stato. Si tratta di forze e interessi impari, evidentemente».
Il processo comincerà il prossimo 7 ottobre. Cosa accadrà in quella circostanza?
«Nel processo la premier sarà certamente chiamata a testimoniare dal pubblico ministero, dalla parte civile o da noi».
Come ha reagito Canfora?
«Bene, direi. Il professore è un combattente. E in questo caso dovremo combattere per la libertà di opinione e di esprimere le idee. Condivisibili o meno che siano».
Lei è anche al centro di parte delle vicende politiche baresi. Come vive la duplice veste di legale e candidato sindaco?
«Sono a mio agio, soprattutto in questo caso. Tra politica e giustizia ci può essere un rapporto perverso, ma anche un rapporto virtuoso».