«Vivevo con lui da tre giorni, sognavamo dei bambini Ho pianto ogni mia lacrima»
Pisa, la fidanzata del calciatore morto in campo
SAN MINIATO(PISA) Da domenica scorsa, Sofia Caruso non sa bene «neppure cosa dire perché mi sembra che tutto quello che c’era da dire è stato detto». La ragazza, che lavora in una farmacia a San Romano, frazione di San Miniato, ha visto domenica scorsa l’uomo della sua vita accasciarsi sul campo di calcio di Campi Bisenzio (Firenze): Mattia Giani, giocatore del Castelfiorentino, 26 anni, è morto il giorno dopo. «La mia vita non è più la stessa», dice Sofia uscendo per pochi minuti dalla casa di Sandro Giani, il padre del suo ragazzo che ieri è stato sentito dai carabinieri. La Procura ha aperto un’inchiesta e dovrà capire se ci sono stati dei ritardi, ad esempio, nel soccorrere il giocatore, come ha messo a verbale il padre spiegando che non c’era nessun medico in campo e che le ambulanze ci hanno messo molto ad arrivare. Ma Sofia di tutto questo non vuole parlare. «Meglio che stia zitta. È chiaro quello che è successo».
Eravate appena andati ad abitare insieme.
«Dopo tanto tempo abbiamo preso questa decisione: abbiamo vissuto assieme tre giorni e due notti. Eravamo felicissimi. C’era davvero un rapporto speciale perché Matti era una persona speciale».
Quando vi siete conosciuti?
«Eravamo giovanissimi, a 14 anni. Scuola e amicizie in comune. Ci siamo conosciuti e siamo rimasti amici. Poi, dopo dieci anni, ci siamo ritrovati. E due anni fa ci eravamo messi assieme: la mia vita è cambiata. Parlavamo di matrimonio e di bambini. I bambini “piccini-piccini”, dicevamo. Ci immaginavamo una vita comune. Un progetto fatto di piccole felicità».
Che è successo domenica scorsa poco prima che Mattia andasse a giocare?
«Nulla di speciale: abbiamo fatto colazione, parlato e riso. Era bellissimo. Poi Matti ha preso il borsone. Io sono rimasta a casa. Poi ha squillato il cellulare: era un suo messaggio, l’ultimo. Mi ha scritto: “Amore, ti ho lasciato l’accredito per la partita a nome Giani. Ti amo da impazzire”.
Mattia le ha insegnato qualcosa?
«Mi ha fatto capire cos’è l’amore e si è preso cura di me. Era una persona pura e buona. Ora mi sento di dovere andare avanti per lui. Lo devo anche ai suoi amici ».
Una parte di sé crede che Mattia sia ancora vivo. Vero?
«L’ho chiamato tutta la mattina. Ho chiamato Matti ma non mi ha risposto. Sono senza parole e sono senza lacrime».
Da ragazzini
L’ho conosciuto a 14 anni Nell’ultimo messaggio Mattia mi ha scritto: hai l’accredito per la partita