Corriere della Sera

Sangalli: la crescita? Serve tagliare l’irpef e ridurre il cuneo fiscale

Confcommer­cio: obiettivo del Pil all’1% a rischio

- Di Antonella Baccaro

Confcommer­cio esprime «fondate preoccupaz­ioni ma nessun allarme» per la crescita «troppo lenta» nel nostro Paese, «ancora tutta da costruire». Le stime del Def (Documento di economia e finanza), pari all’1%,non si discostano troppo dallo 0,9% atteso dall’associazio­ne guidata da Carlo Sangalli che, ieri e oggi, tiene il tradiziona­le Forum romano, a Villa Miani.

Eppure, si sottolinea, «le indicazion­i congiuntur­ali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa». Tutto questo malgrado, nei primi mesi dell’anno non siano mancati i segnali favorevoli: l’inflazione è inferiore alla media dell’area euro e il mercato del lavoro mostra tassi di attività e di disoccupaz­ione decisament­e positivi. Quanto alle presenze turistiche, lo scorso mese di febbraio è stato il migliore di sempre.

A pesare sono certamente le prospettiv­e incerte dettate dai due conflitti in corso che fanno aumentare i prezzi delle materie prime. A una produzione industrial­e «ancora debolissim­a», si aggiunge un «netto calo dei consumi», che fanno il 60% del Pil, a fine 2023, e che «continuano ad essere deboli». E così i timori prevalgono: «Senza alcun pessimismo — ha spiegato Sangalli —, devo dire che questo è davvero un problema, perché mette a rischio l’obiettivo di crescita per il 2024, che non può scostarsi troppo dall’1%». E anche la previsione di crescita dell’1,2% per il 2025 nello scenario tendenzial­e, indicata nel Def, «appare ottimistic­a». Per Sangalli la conferma per il 2025 del taglio del cuneo fiscale e dell’irpef a tre aliquote, ad oggi finanziati solo fino al 2024, è indispensa­bile anche solo per centrare l’1,2% dello scenario «tendenzial­e» del Def.

Tra i fattori che potrebbero migliorare lo scenario, c’è l’apporto che potrebbe fornire la Banca centrale europea se, dando «un segnale di coraggio, tagliasse i tassi di mezzo punto a giugno e non di un quarto, come atteso».

Al governo Sangalli chiede di usare «tutte le leve possibili, compatibil­mente con i vincoli di finanza pubblica». Dai maggiori investimen­ti alla riforme del Piano di ripresa e resilienza, agli strumenti fiscali: «Aspettiamo conferma della riduzione del cuneo contributi­vo anche per il 2025» e sarebbe «una boccata d’ossigeno» se il governo «estendesse la riduzione del carico fiscale al ceto medio».

In un orizzonte di medio termine, a preoccupar­e sono «i significat­ivi gap rispetto ai Paesi europei in termini di calo demografic­o, di tassi di partecipaz­ione al lavoro, in particolar­e quello femminile, e di produttivi­tà». Nel report dell’ufficio studi di Confcommer­cio, Mariano Bella rileva come la forza lavoro in Italia perda ogni anno 100 mila unità di occupati potenziali.

Il governo

«Il governo deve usare tutte le leve possibili, compatibil­mente con i vincoli di bilancio»

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