Sangalli: la crescita? Serve tagliare l’irpef e ridurre il cuneo fiscale
Confcommercio: obiettivo del Pil all’1% a rischio
Confcommercio esprime «fondate preoccupazioni ma nessun allarme» per la crescita «troppo lenta» nel nostro Paese, «ancora tutta da costruire». Le stime del Def (Documento di economia e finanza), pari all’1%,non si discostano troppo dallo 0,9% atteso dall’associazione guidata da Carlo Sangalli che, ieri e oggi, tiene il tradizionale Forum romano, a Villa Miani.
Eppure, si sottolinea, «le indicazioni congiunturali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa». Tutto questo malgrado, nei primi mesi dell’anno non siano mancati i segnali favorevoli: l’inflazione è inferiore alla media dell’area euro e il mercato del lavoro mostra tassi di attività e di disoccupazione decisamente positivi. Quanto alle presenze turistiche, lo scorso mese di febbraio è stato il migliore di sempre.
A pesare sono certamente le prospettive incerte dettate dai due conflitti in corso che fanno aumentare i prezzi delle materie prime. A una produzione industriale «ancora debolissima», si aggiunge un «netto calo dei consumi», che fanno il 60% del Pil, a fine 2023, e che «continuano ad essere deboli». E così i timori prevalgono: «Senza alcun pessimismo — ha spiegato Sangalli —, devo dire che questo è davvero un problema, perché mette a rischio l’obiettivo di crescita per il 2024, che non può scostarsi troppo dall’1%». E anche la previsione di crescita dell’1,2% per il 2025 nello scenario tendenziale, indicata nel Def, «appare ottimistica». Per Sangalli la conferma per il 2025 del taglio del cuneo fiscale e dell’irpef a tre aliquote, ad oggi finanziati solo fino al 2024, è indispensabile anche solo per centrare l’1,2% dello scenario «tendenziale» del Def.
Tra i fattori che potrebbero migliorare lo scenario, c’è l’apporto che potrebbe fornire la Banca centrale europea se, dando «un segnale di coraggio, tagliasse i tassi di mezzo punto a giugno e non di un quarto, come atteso».
Al governo Sangalli chiede di usare «tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica». Dai maggiori investimenti alla riforme del Piano di ripresa e resilienza, agli strumenti fiscali: «Aspettiamo conferma della riduzione del cuneo contributivo anche per il 2025» e sarebbe «una boccata d’ossigeno» se il governo «estendesse la riduzione del carico fiscale al ceto medio».
In un orizzonte di medio termine, a preoccupare sono «i significativi gap rispetto ai Paesi europei in termini di calo demografico, di tassi di partecipazione al lavoro, in particolare quello femminile, e di produttività». Nel report dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella rileva come la forza lavoro in Italia perda ogni anno 100 mila unità di occupati potenziali.
Il governo
«Il governo deve usare tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di bilancio»