Premierato, Autonomia e Ponte Centrodestra, tensione sui dossier
La riforma costituzionale avanza e nascono i «comitati civici». I leghisti temono per il loro testo
L’elezione diretta del premier avanza: ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha concluso il voto degli emendamenti al ddl Casellati e martedì sarà eletto il relatore. E il giorno dopo la seconda lettura, promette il presidente della commissione Alberto Balboni (FDI), si «approverà la legge elettorale». Che sarà messa a punto tra le due letture parlamentari. Il centrodestra, soprattutto, non vuole farsi cogliere impreparato dal passaggio più delicato, il referendum confermativo: ieri sono stati tenuti a battesimo i primi comitati civici a favore del premierato, i primi sono a Roma, Rimini e Ferrara. Perché, dice Balboni, «dobbiamo fare in modo che l’informazione arrivi ai cittadini senza il filtro della propaganda della sinistra».
La marcia del premierato è guardata con attenzione («non scriva sospetto») dalla Lega, a cui non pare che l’autonomia delle Regioni proceda con lo stesso buon passo. Il calendario, per il testo, si fa complicato: oggi e domani le Commissioni sono state sconvocate per le elezioni in Basilicata. Il capogruppo di FDI, Tommaso Foti, ieri ha ribadito che «non c’è nessun legame politico con la riforma del premierato in uno scambio di favori tra noi e la Lega, seguono due iter politici differenti». I dubbi non sarebbero giustificati: «Sul piano regolamentare non c’è nulla da eccepire» sul testo sull’autonomia. Foti osserva che quando «vengono presentati 2.400 emendamenti (dalle opposizioni), significa che passiamo da una fase di confronto a una di ostruzionismo». Senza escludere che ne possano apparire altri anche da parte della maggioranza: «Le mosse del governo in risposta a questi emendamenti non vanno a inficiare la possibilità di discutere in Aula qualsiasi emendamento». Mentre Balboni ha escluso che si arrivi al premierato senza legge elettorale: «La approveremo il giorno dopo il sì in seconda lettura della riforma».
Intanto, le opposizioni tengono alto il tema del ponte sullo Stretto dopo che il ministero dell’ambiente ha chiesto oltre 250 «chiarimenti» su altrettanti aspetti della maxi opera. Ironizza la segretaria del Pd Elly Schlein: «Il ministro Salvini ci ha accusato di essere nemici dell’italia. Ci chiediamo se a questo punto lo sia anche il suo collega ministro Pichetto Fratin». Salvini va «avanti dritto, conto che entro i 30 giorni la società Stretto di Messina dia le risposte a tutte le osservazioni: l’obiettivo è arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024».
Ma risponde anche Vannia Gava, la viceministra leghista dell’ambiente: «Sono sinceramente stupita dal baccano creato. Qui si parla di normalissima amministrazione. È assolutamente naturale che la Commissione Via» chieda che vengano maggiormente chiariti alcuni aspetti, lo si fa «per un pezzo di strada, figuriamoci per un’opera di questa imponenza». Gava ricorda che anche altre richieste di chiarimento sono venute dal ministero della Cultura. Ma 237 richieste di chiarimento e 27 osservazioni non sono poche... «A fronte di un’opera che vale 13,5 miliardi?». Gava ricorda anche che il totale va suddiviso su Calabria e Sicilia: «I siti sono due, molto banalmente la cifra ne risulta raddoppiata». Fermo restando che nel merito, nessuna richiesta «intacca la fattibilità e la struttura dell’intervento».
L’infrastruttura
Gava, viceministra della Lega all’ambiente: le richieste ministeriali sono aspetti ordinari