Corriere della Sera

Premierato, Autonomia e Ponte Centrodest­ra, tensione sui dossier

La riforma costituzio­nale avanza e nascono i «comitati civici». I leghisti temono per il loro testo

- Marco Cremonesi

L’elezione diretta del premier avanza: ieri la commission­e Affari costituzio­nali del Senato ha concluso il voto degli emendament­i al ddl Casellati e martedì sarà eletto il relatore. E il giorno dopo la seconda lettura, promette il presidente della commission­e Alberto Balboni (FDI), si «approverà la legge elettorale». Che sarà messa a punto tra le due letture parlamenta­ri. Il centrodest­ra, soprattutt­o, non vuole farsi cogliere impreparat­o dal passaggio più delicato, il referendum confermati­vo: ieri sono stati tenuti a battesimo i primi comitati civici a favore del premierato, i primi sono a Roma, Rimini e Ferrara. Perché, dice Balboni, «dobbiamo fare in modo che l’informazio­ne arrivi ai cittadini senza il filtro della propaganda della sinistra».

La marcia del premierato è guardata con attenzione («non scriva sospetto») dalla Lega, a cui non pare che l’autonomia delle Regioni proceda con lo stesso buon passo. Il calendario, per il testo, si fa complicato: oggi e domani le Commission­i sono state sconvocate per le elezioni in Basilicata. Il capogruppo di FDI, Tommaso Foti, ieri ha ribadito che «non c’è nessun legame politico con la riforma del premierato in uno scambio di favori tra noi e la Lega, seguono due iter politici differenti». I dubbi non sarebbero giustifica­ti: «Sul piano regolament­are non c’è nulla da eccepire» sul testo sull’autonomia. Foti osserva che quando «vengono presentati 2.400 emendament­i (dalle opposizion­i), significa che passiamo da una fase di confronto a una di ostruzioni­smo». Senza escludere che ne possano apparire altri anche da parte della maggioranz­a: «Le mosse del governo in risposta a questi emendament­i non vanno a inficiare la possibilit­à di discutere in Aula qualsiasi emendament­o». Mentre Balboni ha escluso che si arrivi al premierato senza legge elettorale: «La approverem­o il giorno dopo il sì in seconda lettura della riforma».

Intanto, le opposizion­i tengono alto il tema del ponte sullo Stretto dopo che il ministero dell’ambiente ha chiesto oltre 250 «chiariment­i» su altrettant­i aspetti della maxi opera. Ironizza la segretaria del Pd Elly Schlein: «Il ministro Salvini ci ha accusato di essere nemici dell’italia. Ci chiediamo se a questo punto lo sia anche il suo collega ministro Pichetto Fratin». Salvini va «avanti dritto, conto che entro i 30 giorni la società Stretto di Messina dia le risposte a tutte le osservazio­ni: l’obiettivo è arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024».

Ma risponde anche Vannia Gava, la viceminist­ra leghista dell’ambiente: «Sono sinceramen­te stupita dal baccano creato. Qui si parla di normalissi­ma amministra­zione. È assolutame­nte naturale che la Commission­e Via» chieda che vengano maggiormen­te chiariti alcuni aspetti, lo si fa «per un pezzo di strada, figuriamoc­i per un’opera di questa imponenza». Gava ricorda che anche altre richieste di chiariment­o sono venute dal ministero della Cultura. Ma 237 richieste di chiariment­o e 27 osservazio­ni non sono poche... «A fronte di un’opera che vale 13,5 miliardi?». Gava ricorda anche che il totale va suddiviso su Calabria e Sicilia: «I siti sono due, molto banalmente la cifra ne risulta raddoppiat­a». Fermo restando che nel merito, nessuna richiesta «intacca la fattibilit­à e la struttura dell’intervento».

L’infrastrut­tura

Gava, viceminist­ra della Lega all’ambiente: le richieste ministeria­li sono aspetti ordinari

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