Raid contro Chernihiv: 17 morti «50 mila i soldati russi caduti»
Ancora bombe contro obiettivi civili. La stima della Bbc sulle perdite di Mosca
Kharkiv come Aleppo ma anche Chernihiv, città a 150 chilometri dal confine con la Russia e la Bielorussia, dove ieri tre missili Iskander hanno fatto 17 morti e 60 feriti, tra cui tre bambini. Un attacco sui civili che dimostra, ancora una volta, come Mosca stia approfittando della vulnerabilità di Kiev.
Il bombardamento è avvenuto poche ore dopo la notizia di un raid ucraino sull’aeroporto militare russo di Dzhankoy, nel Nord della Crimea. A Chernihiv, invece, sono stati colpiti quattro grattacieli, un ospedale, dozzine di automobili e un istituto di istruzione superiore. Un attacco che — ha sottolineato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky — non sarebbe avvenuto «se l’ucraina avesse ricevuto mezzi di difesa».
Kiev, che attende da mesi il pacchetto di aiuti statunitensi da 60 miliardi di dollari bloccato al Congresso dal veto repubblicano, ha ribadito la necessità di consolidare la sua contraerea, soprattutto alla luce dell’efficacia dei sistemi in dotazione a Israele per difendersi dall’iran. Critiche cui il presidente Joe Biden ha tentato di rispondere con un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal in cui afferma che «non è il momento di abbandonare gli amici».
Della vulnerabilità di Kiev discuteranno oggi i ministri del G7 a Capri, vertice cui parteciperà il capo della diplomazia ucraino Dmitro Kuleba. E, come annunciato dal segretario Jens Stoltenberg, per domani è stato convocato un Consiglio Nato-ucraina. Da Berlino — scrive il Financial Times — è partito inoltre un appello a decine di Paesi, inclusi gli Stati arabi del Golfo, per proteggere le città ucraine, compresa Odessa tornata nel mirino dello Zar.
Il sindaco di Kharkiv Ihor Terekhov, parlando al Guardian, ha spiegato come la Russia stia cambiando tattica cercando di bloccare la fornitura di energia elettrica della città, sempre vicina al confine con la Russia, con l’obiettivo di terrorizzare i suoi 1,3 milioni di abitanti. Il paragone con la città siriana colpita duramente dai raid del regime di Bashar Assad sostenuto da Mosca è sicuramente un’iperbole ma rende l’idea della drammaticità della situazione sul terreno. Secondo la Bbc e il gruppo indipendente Mediazione, il bilancio delle vittime militari russe ha ormai superato la soglia di 50 mila.
Nel secondo anno di guerra i morti sono aumentati del 25 per cento rispetto all’anno precedente. Si tratta di bilanci ricostruiti sulla base dell’osservazione nei cimiteri e di informazioni open source. «Più di 27.300 soldati russi sono morti nel secondo anno di combattimento, a testimonianza di come le conquiste territoriali abbiano comportato un enorme costo umano.
Il termine tritacarne è stato usato per descrivere il modo in cui Mosca invia incessantemente ondate di soldati per cercare di indebolire le forze ucraine ed esporre le loro posizioni all’artiglieria russa», fa notare la Bbc. Tattiche che, unite al bombardamento degli obiettivi civili, mostrano tutta la ferocia e la determinazione del Cremlino.
25% l’incremento dei caduti russi nel secondo anno di guerra rispetto al primo. Non esistono però statistiche ufficiali