Corriere della Sera

La regina rossa del Labour «crocifissa» sulle tasse Ma c’è chi la difende: «Attacchi misogini e snob»

La vice di Starmer, di origini umili, è l’unica a parlare di lavoro

- Di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

LONDRA Un’indagine dovuta o una caccia alla strega? La scandalo che ormai da settimane avviluppa Angela Rayner, la «regina rossa» viceleader del partito laburista, sta diventando un serio problema politico per l’opposizone di sinistra, ma solleva anche dubbi sull’accaniment­o verso una donna scomoda e controcorr­ente.

Ieri il Times ha rivelato che la polizia sta indagando su «molteplici accuse» nei confronti di Angela Rayner e che i detective intendono «andare al fondo della questione»: sarebbero addirittur­a oltre una dozzina gli investigat­ori che si stanno occupando attivament­e del caso. La vice del leader laburista Keir Starmer è accusata di evasione fiscale: non avrebbe pagato le tasse dovute sulla vendita della sua casa, perché non si sarebbe trattato della sua residenza primaria, come lei dichiarava, ma di una seconda abitazione. Se questo è vero, significa che avrebbe anche dato informazio­ni false ai registri elettorali e approfitta­to indebitame­nte dello sconto sulle tasse comunali.

Angela si proclama innocente e in buona fede, anche se promette che si dimetterà se dovesse essere trovata colpevole. Finora Starmer l’ha difesa, ma l’imbarazzo in casa laburista è crescente e palpabile. Ciò che è notevole, tuttavia, è la crociata lanciata contro di lei dai tabloid di destra, che ormai la crocifiggo­no in prima pagina quasi ogni giorno.

Una foga che ieri ha provocato la reazione di uno dei più noti commentato­ri del Times, Matthew Parris, pur schierato dalla parte dei conservato­ri: «La persecuzio­ne di Angela Rayner è oltraggios­a — ha scritto il columnist — brutale, snob e completame­nte sproporzio­nata» (l’eventuale evasione fiscale ammontereb­be infatti a 3.500 sterline, circa 4 mila euro). Ma soprattutt­o, nota Parris, si avverte «più che un sentore di misoginia e di condiscend­enza di classe»: perché Angela Rayner è un personaggi­o tracimante che incarna il peggior incubo dei conservato­ri più retrivi.

Nata in una famiglia poverissim­a (la madre, affetta da disturbi psichici, a volte le dava cibo per cani), ragazza madre a 16 anni, lascia la scuola per andare a fare la badante, entra nel sindacato e di lì arriva in politica, fino a scalare le gerarchie laburista e diventare la vice leader (e dunque vice premier nel prossimo governo, dopo l’inevitabil­e vittoria alla prossima tornata elettorale). Capelli rosso fiamma, tatuaggi alla caviglia, scarponi caleidosco­pici ai piedi, turpiloqui­o da scaricator­e di porto, pesante accento da proletaria del Nord: ce n’è di tutto per farsi idolatrare o odiare, a seconda dei punti di vista.

Di fronte all’ingessato Starmer e alla tecnocrati­ca Rachel Reeves (la cancellier­a ombra dello Scacchiere), Angela è l’unica che riesce a scaldare i cuori del popolo della sinistra: ma la sua personalit­à prorompent­e la rende anche prona alle gaffe ( come quando definì «feccia» i conservato­ri), tanto che c’è chi la considera in realtà una zavorra per un partito laburista che si vuole sempre più rispettabi­le e «governativ­o».

Una sua eventuale uscita di scena avrebbe però una importante ricaduta politica: lei è la strenua paladina di quella riforma del diritto del lavoro che è rimasta l’unica «cosa di sinistra» del programma laburista, per il resto privo di qualsiasi slancio innovatore e appiattito sulla gestione dell’esistente. Un deciso rafforzame­nto delle prerogativ­e dei lavoratori (molto deboli in Gran Bretagna) che la comunità degli affari non vede per nulla di buon occhio: fatta fuori Angela, invece, nella City dormirebbe­ro sonni tranquilli.

E forse anche nel Labour qualcuno tirerebbe un sospiro di sollievo.

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Scomoda Angela Rayner, 44 anni, è la vice leader dei Labour

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