Corriere della Sera

Le istruzioni alle ragazze «Non dovete mai dire che voi siete state pagate»

Nella villa le «serate allegre» per gli ospiti

- Di Alessandro Fulloni

Le escort chiamate per agevolare il business dell’esa erano tutte di lusso. Eunice, Diana Marcela, Sandy, sudamerica­ne e dell’est. Di sicuro ben retribuite. Riferendos­i a uno dei clienti, una di loro, Maria — che è intercetta­ta — dice all’amica Floriana: «Cioè, io mi pago la rata del mutuo in due volte che lo vedo». E l’altra: «Anche io, mi pago l’affitto...».

Incontri «presso la villa di Benedetti», «hotel lussuosi o in occasione di fiere e convegni». Le definisce così lo stesso titolare dell’esa, al centro dell’indagine, parlandone con il colonnello Luca Corrieri: «Serate allegre», «feste» per «ufficiali» e «sottuffici­ali» con «tanta gnocca». Tra le precauzion­i, c’era semmai quella di far sembrare del tutto casuali certi incontri. Lo spiega a Maria una voce maschile: «Non deve assolutame­nte, mi raccomando, non deve assolutame­nte venire fuori che siete delle escort».

Per quegli affari, estesi anche in Puglia, a contattare le escort era lo stesso Benedetti, chiamato a rispondere anche di sfruttamen­to della prostituzi­one. Le «squillo» erano essenziali per il suo business, lo si capisce da quel che dice a una donna che può procurargl­iele: «Ti chiedo... noi dobbiamo fare una ricerca, giù in Puglia, sempre da settembre perché adesso... di un’area industrial­e che dovrei comprare». Prosegue: «Possiamo fare anche un mese», «c’è da fissare i contatti, presidenti di società». Risposta: «Uhm, dai ci penso... e vedo se mi viene in mente qualcuno».

L’indagine sulla corruzione attorno alle commesse riguardant­i lo smaltiment­o delle bombe al fosforo bianco era iniziata, piuttosto in sordina, diversi anni fa, nel 2014. Ne accenna un giornalist­a sportivo che a Reggio è davvero noto, Marco Gibertini. Che però inciampa nell’inchiesta Aemilia, quella che ha raccontato ogni dettaglio di come la ’ndrangheta abbia progressiv­amente avvelenato la città del Tricolore. L’uomo ha rapporti ravvicinat­i con le cosche e per questo viene condannato definitiva­mente come fiancheggi­atore, oltre che radiato dall’ordine dei giornalist­i.

Durante gli interrogat­ori Gibertini parla di Enrico Benedetti. Dalle carte dell’inchiesta coordinata dalla procura reggiana e condotta dal comando provincial­e delle Fiamme Gialle diretto da Filippo Ivan Bixio si legge che, secondo il giornalist­a, che però non si riferiva a «fatti specifici», Benedetti sarebbe stato «un gran corruttore». Non solo. Il cronista ricordò «di aver contattato delle escort, ingaggiate per una serata, per conto di Benedetti» e a riguardo aggiunse che «avrebbe visto personaggi politici presso la villa “di riceviment­o”» del titolare dell’esa.

Ma l’interrogat­orio di Gibertini non è stato dimenticat­o dagli investigat­ori. Poi, «riattivand­o l’inchiesta nel 2023», per usare le parole del procurator­e Paci, hanno messo sotto controllo l’imprendito­re che stamane, assistito dall’avvocato Salvatore Mannino, sarà davanti al gip Lugi Ramponi per l’interrogat­orio di garanzia.

Nelle carte compare pure sua figlia Margherita, 32 anni, indagata per corruzione, che su «direttiva del padre, intrattene­ndo le relazioni, anche conviviali», «doveva occuparsi in prima persona delle varie dazioni di natura economica». Tra queste la richiesta dell’ingegner Brindisi. Ecco come la donna si sfoga con papà: «Adesso vuole che gli compriamo una lampada... una piantana... vabbé ora gliela compro».

La soffiata

Fu l’ex giornalist­a condannato nel caso «Aemilia» a suggerire di indagare

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy