Corriere della Sera

Lo show finisce ai rigori Sorride il Real di Ancelotti

Champions: battuto il City di Guardiola, spagnoli in semifinale col Bayern

- Di Alessandro Bocci

La Champions è il giardino preferito del Real Madrid, sa sempre come prenderla, anche quando sta per sfuggirle di mano. All’etihad, dopo lo spettacola­re 3-3 dell’andata, la squadra di Ancelotti segna subito con Rodrygo e si difende con attenzione, piglio feroce, occupazion­e perfetta dell’area, senza concedere niente. Sembra il piano perfetto. Guardiola prova a rovinare la notte a Carletto inserendo Doku, che rianima il coraggioso ma sterile Manchester City, che attacca dall’inizio alla fine ma non trova mai lo spazio, né il guizzo giusto. Però proprio l’ultimo arrivato confeziona l’azione che permette a De Bruyne di pareggiare e all’etihad di sperare. Il Madrid barcolla, tiene, supera la tempesta, si rimette in piedi e, seppure soffrendo le pene dell’inferno dentro 120 minuti intensi e pieni di emozione, vendica il 4-0 dell’anno scorso, vincendo questa finale anticipata al decimo rigore con Rudiger e grazie alle parate di Lunin, diventando il favorito per arrivare alla quindicesi­ma Coppa, anche se in semifinale Carletto ritroverà il suo vecchio Bayern, un cliente sempre difficilis­simo.

Come all’andata il City attacca e il Madrid si difende cercando di ripartire. Un tema, dopo l’inizio di studio, reso evidente dalla rete che al 12’ rompe l’equilibrio. La più bella giocata di Bellingham, lanciato da Carvajal, trova la difesa Citizens malmessa e la coppia brasiliana, Vinicius-rodrygo, non perdona: Vini fornisce il cross, il gemello tira due volte dentro l’area e la seconda non dà scampo a Ederson. Il City tiene la palla, il 4-2-3-1 di Guardiola diventa spesso 3-3-4-1 con De Bruyne che attacca la profondità. Foden e Bernardo Silva però non sono i soliti folletti. Gli spagnoli, invece, sono perfetti nella fase difensiva, attenzione e concentraz­ione feroce nelle marcature e nella chiusura delle linee di passaggio. Lunin cancella le perplessit­à dell’andata, stoppando due cross infidi e un tiro da fuori dello stesso De Bruyne, Haaland colpisce una traversa, unico guizzo della sua serata, Rudiger stoppa Grealish. Il Madrid fa muro. Nacho, titolare al posto dello squalifica­to Tchouameni, comanda la difesa, Kroos si abbassa per frenare De Bruyne, Carvajal (soprattutt­o) e Mendy presidiano le fasce. Alla distanza cala Bellingham e i Blancos non riescono a ripartire come servirebbe per allentare la pressione e, magari, mettere al sicuro il risultato.

Nel secondo tempo il City riprende a spingere, ma non trova un varco e quando lo trova, Lunin è sempre attento, soprattutt­o due volte su Grealish, il più determinat­o. Il Madrid ha un’occasione per chiudere il conto, ma il cross di Valverde per Vinicius, smarcato a centro area, è facile preda di Ederson. Guardiola prova a rompere la trama di una partita che pare segnata togliendo proprio Grealish per l’esplosivo Doku. La mossa è decisiva. Proprio l’esterno belga accende l’azione del pari, il suo cross viene deviato da Rudiger (unico errore) sui piedi di De Bruyne che non può sbagliare. E lo stesso De Bruyne va subito vicino al raddoppio, due volte, il secondo fallendo una specie di rigore in movimento. I supplement­ari sono fatica, passione, orgoglio. Vince il Madrid. Una partita in bilico sino all’ultimo. Onore a entrambe. Noi ci consoliamo con l’arbitro: Orsato è tra i migliori, dirige con il piglio giusto e sbaglia pochissimo.

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(Ap) Resistenza Il Real guadagna la semifinale ai calci di rigore: la festa di Rodrygo, Camavinga e Vinicius. È caccia alla quindicesi­ma Champions

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