Corriere della Sera

La Ue si divide sul mercato unico dei capitali Sì dei «Grandi», muro dei nordici

La spinta per la competitiv­ità con Usa e Cina

- Dalla nostra corrispond­ente Francesca Basso

Era forse dai tempi delle discussion­i su Next Generation Eu nel 2020 che i leader Ue non si confrontav­ano su temi economici che vanno a toccare la sovranità degli Stati membri. Ed è forse per questo che il Consiglio europeo è durato più del previsto ed è stato «difficile» come ha ammesso al termine il presidente Charles Michel. «È la prima volta che abbiamo una discussion­e così approfondi­ta sulla competitiv­ità e gli investimen­ti, ma che anche abbiamo preso decisioni sostanzial­i», ha aggiunto. In ballo c’è la capacità dell’unione di fronteggia­re la concorrenz­a di Stati Uniti e Cina.

Il punto di partenza è stata la presentazi­one del rapporto dell’ex premier Enrico Letta sul futuro del Mercato interno, cui sono seguite due ore di domande e risposte molto intense. Ma è sulle conclusion­i del Consiglio europeo che i Paesi Ue si sono spaccati e c’è voluto tempo per arrivare a un testo condiviso. Il paragrafo relativo all’unione del mercato dei capitali, di cui i Paesi Ue discutono da almeno dieci anni senza fare progressi, è stato il più complicato. Michel ha fatto proprio un concetto che è anche il cuore del report di Letta: «L’UE dispone di 33 mila miliardi di euro di risparmi privati. Dobbiamo trovare il modo di incanalarl­o nelle nostre aziende. Le start-up dell’ue ricevono meno della metà dei finanziame­nti delle start-up statuniten­si. Questo deve cambiare». Per Michel «l’unione dei mercati dei capitali è l’ira europeo» (l’inflation Reduction Act è la legge Usa che fornisce i fondi per finanziare la transizion­e verde dell’industria americana). Le grandi economie sono allineate: Italia, Francia, la Germania del cancellier­e Scholz (il ministro liberale delle Finanze Lindner è più critico) e la Spagna spingono per fare progressi. I Paesi che offrono vantaggi fiscali come il Lussemburg­o, l’irlanda, Malta o Cipro, ma anche l’estonia temono l’armonizzaz­ione e quelli del Nord che hanno un mercato dei capitali che già funziona bene non vogliono una supervisio­ne centralizz­ata. Oltre dieci Paesi si sono opposti alle conclusion­i.

Come sempre in Europa il risultato finale è un compromess­o. «Abbiamo fatto un grande passo avanti» ha detto Michel, perché il Consiglio europeo chiede di progredire verso l’armonizzaz­ione degli aspetti relativi al diritto fallimenta­re; la convergenz­a mirata per le condizioni commercial­i per le imprese, fondamenta­le per l’accesso degli investimen­ti in modalità transfront­aliera. E infine il rafforzame­nto della vigilanza europea, uno dei punti più delicati. Viene chiesto alla Commission­e di lavorarci con l’obiettivo di «rafforzare l’integrazio­ne finanziari­a», semplifica­ndo i processi e riducendo i costi ma soprattutt­o «tenendo conto degli interessi di tutti gli Stati membri».

 ?? (Afp) ?? Dopo l’incontro Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla alla stampa ieri a Bruxelles
(Afp) Dopo l’incontro Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla alla stampa ieri a Bruxelles

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy