Corriere della Sera

«Spero che arrivi un’europa diversa Draghi al vertice? Per ora è filosofia»

Meloni: bene che si parli di un italiano, ma non funziona così. Sfide Ue, sì al debito comune

- Dall’inviato Marco Galluzzo

«Che l’europa non funziona una volta lo dicevamo solo noi, ora vedo che lo dicono anche persone che sono considerat­e europeiste. Spero che a giugno ci sarà una Ue diversa». Giorgia Meloni è reduce da una maratona sul mercato dei capitali, sul futuro finanziari­o della Ue. La maratona ha raggiunto un compromess­o al ribasso, alla faccia dei rapporti di Letta e Draghi, il primo presentato ieri mattina al Consiglio, il secondo in gestazione. Entrambi gli studi dicono che la Ue deve cambiare radicalmen­te, che oggi in sostanza finanzia con il suo risparmio privato i fondi americani che poi fanno shopping nella Ue (sono 300 i miliardi trasferiti ogni anno dal mercato europeo a quello americano), eppure il vertice europeo si è diviso in modo drammatico, piccoli Stati contro grandi Paesi, pochi passi avanti.

Sul rapporto di Letta

Meloni rientra a Roma, ma puntualizz­a alcune cose. Ha avuto un bilaterale con la presidente della Commission­e, Ursula von der Leyen, con la quale si è parlato di migranti, Tunisia e altri nodi legati al Mediterran­eo. Di sicuro anche di Libano, sul quale «c’è una novità chiesta dall’italia», e cioè «il sostegno europeo anche per i numerosiss­imi rifugiati siriani. La Commission­e ci sta già lavorando».

Sul rapporto di Enrico Letta ricorda che l’italia «sostiene la creazione di debito comune» per affrontare alcune sfide, dalla difesa europea alla transizion­e energetica, e visto che una buona fetta del risparmio privato della Ue viene dirottata negli Stati Uniti, magari per poi comprare aziende strategich­e europee, occorre «mobilitare capitali privati su queste sfide, per fare in modo che quei capitali possano rimanere nel mercato europeo».

Il ruolo dell’ex premier

Si discute delle future cariche apicali della Ue: «Mario Draghi è molto autorevole, sono contenta si parli di un italiabatt­ito». no, ma è filosofia buona per i titoli dei giornali, non è così che funziona: sulla tendenza a decidere chi fa cosa prima del voto non mi troverete mai. I cittadini votano, e all’esito di questo si parla dei nomi. Ora non parteciper­ò a questo diE questo mentre Salvini, su Draghi, aggiunge che la Lega «ha già fatto i suoi sacrifici».

Arriva una domanda sul fascismo: «Lo scorso anno il 25 aprile sono stata a deporre una corona di fiori insieme a Mattarella come faccio sempre. Quello che ho detto sul fascismo l’ho detto cento volte, voi potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche, visto che la gente capisce».

Le smentite

Quindi arriva una raffica di smentite. La vendita dell’agenzia di stampa Agi da parte dell’eni? «Una di queste falsità è che io avrei dato l’input» all’imprendito­re e parlamenta­re leghista Angelucci, ma «non me ne sono

La par condicio

La grande fake news che io voglia controllar­e la stampa mi ha molto divertito

La diffamazio­ne

Noi vogliamo mandare in carcere i giornalist­i? Surreale, la proposta che lo toglie è di FDI

occupata, perché le partecipat­e statali devono fare i loro interessi. Non so se esiste una trattativa, non ho un commento da fare e ritengo non mi competa». Idem sulle norme sulla par condicio in tv: «La grande fake news mi ha divertito, che io voglia controllar­e la stampa visto che il regolament­o è rimasto quello che c’era prima. Allora chi c’era prima controllav­a la stampa? È così e lo riconosce anche l’agcom».

Continua la premier: «Altra ricostruzi­one surreale, che vogliamo mandare in carcere i giornalist­i, quando la proposta che toglie il carcere per diffamazio­ne è a prima firma Balboni di FDI». Quindi sugli aiuti all’ucraina, «non ho una competenza su quello che possiamo inviare ma l’indicazion­e che ha il ministro Crosetto è quella di fare il possibile, di sicuro la Russia continua a commettere dei crimini contro i civili».

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A Bruxelles Giorgia Meloni ieri al Consiglio europeo con Ursula von der Leyen presidente della Commission­e Ue

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