Corriere della Sera

Due spie russe fermate in Baviera: volevano sabotare gli aiuti a Kiev

Tra gli obiettivi una base Usa. Arresto in Polonia: dava informazio­ni per colpire Zelensky

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Mara Gergolet

BERLINO Un nuovo caso di spionaggio agita la Germania. E mentre a Bayreuth, in Baviera, due persone sono state arrestate con l’accusa di preparare attentati contro infrastrut­ture militari e civili, e di essere esse stesse agenti russi, è sempre più chiaro che l’impronta di Mosca sul suolo tedesco è profonda e radicata.

Dieter S., 39 anni, e l’aiutante Alexander J., 37, entrambi con doppio passaporto russotedes­co, sarebbero stati in contatto con agenti del Gru, lo spionaggio militare del Cremlino. La «missione» sarebbe partita a ottobre e i due avrebbero fotografat­o gli obiettivi, ripreso video e studiato le mappe per colpirli. Tra questi, ci sarebbe stata la base americana a Grafenwöhr, dove le reclute ucraine vengono addestrate all’uso dei tank Abrams. Lo scopo prefissato sarebbe stato di «sabotare» le vie di approvvigi­onamento e gli aiuti militari per Kiev.

Sul radar

Uno degli arrestati era da tempo sul radar della polizia: tra il 2014 e il 2016 aveva combattuto in Donbass, nelle file delle milizie separatist­e: un identikit sospetto, che tuttavia non ha impedito ai russi di avvicinarl­o e arruolarlo. Sempre ieri, dalla Polonia, arrivava la notizia di un altro arresto con simili accuse di spionaggio: un 39enne avrebbe raccolto informazio­ni sull’aeroporto Rzeszow Jasionka allo scopo — ha spiegato un portavoce del governo polacco — di preparare un eventuale attentato contro Volodymyr Zelensky. Non è la prima volta che i «sabotatori» pro-russi vengono arrestati in Polonia. Se le accuse saranno confermate si tratta di un nuovo episodio, con modalità inedite, della sporca guerra di Putin in Europa: azioni incendiari­e e danneggiam­enti delle infrastrut­ture che — questo ipotizza il governo tedesco — mirano a ridurre la sicurezza in Germania. E che nelle intenzioni del Cremlino creano confusione, indebolend­o ancora il sostegno popolare all’ucraina.

La ministra degli Interni, Nancy Faeser, ha ribadito: «Non ci facciamo intimidire e continuere­mo a fornire tutto l’aiuto militare a Kiev». Mentre quella degli Esteri, Annalena Baerbock, ha detto che «non consentire­mo a Putin di esportare il suo terrore in Europa».

Inevitabil­i le reazioni diplomatic­he. Il ministero degli Esteri tedesco ha convocato l’ambasciato­re russo, che per tutta risposta su X — nel classico stile sarcastico-irrisorio della diplomazia moscovita — ha definito le accuse «assurde e ridicole».

Molti livelli

Comunque sia, la Germania ha capito di essere al centro degli sforzi spionistic­i di Putin, in una campagna che ha molti livelli. Solo un mese fa un funzionari­o del ministero della Difesa è stato arrestato per aver passato informazio­ni ai russi. Ma è soprattutt­o la disinforma­cija, con decine di account che rilanciano in automatico le tesi di Mosca — e con partiti come l’afd che le fanno proprie «gratis», anche se alcune inchieste hanno rivelato flussi di denaro — che hanno scavato un solco nell’opinione pubblica tedesca.

Non è un caso che al centro dell’ultimo scandalo ci sia la Baviera. Tradiziona­lmente, è il cuore dell’industria aeronautic­a tedesca, con solide aziende e startup. Qui è stanziato da decenni un imponente dispositiv­o militare americano. E sempre a Monaco viveva Jan Marsalek, il numero 2 del «gigante» fin-tec Wirecard, nonché agente d’influenza russo scappato a Mosca quando il suo castello di menzogne e truffe è crollato. Viveva in una villa per la quale pagava 680 mila euro d’affitto annuo, proprio di fronte al consolato russo. Così pieno di spie travestite da diplomatic­i che il governo Scholz a dicembre ha ordinato di chiuderlo.

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(Christof Stache / Afp) Base Nato Quattro soldati Usa nella base americana a Grafenwöhr, dove le reclute ucraine vengono addestrate all’uso dei tank Abrams

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