Corriere della Sera

Cosa prevede la legge 194 e l’emendament­o nel decreto sul Pnrr

- Adriana Logroscino

1 Cosa prevede la legge 194, che nel 1978 ha introdotto l’interruzio­ne volontaria di gravidanza nella legislazio­ne italiana, riguardo ai consultori?

La 194 si occupa dei consultori all’articolo 2 e all’articolo 5. Individua tra i compiti che questa rete di strutture territoria­li deve assicurare quello di «assistere la donna in stato di gravidanza» informando­la dei suoi diritti e sui servizi sociali, assistenzi­ali e sanitari offerti, e attuando «interventi per risolvere problemi creati dalla gravidanza o dalla maternità». Per raggiunger­e questi scopi, dice l’articolo 2 della legge «i consultori possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaboraz­ione di idonee formazioni sociali di base e associazio­ni di volontaria­to che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

2 Cosa prevede il testo dell’emendament­o inserito nel decreto del Pnrr, approvato dalla Camera?

Nel testo approvato due giorni fa si prevede che le Regioni possano «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificat­a esperienza nel sostegno alla maternità».

3 Quali sono gli argomenti di chi critica l’emendament­o?

Il riferiment­o alla «qualificat­a esperienza di sostegno alla maternità» è per gli attivisti pro-choice e per le opposizion­i un’apertura dei consultori alle associazio­ni pro vita. La modifica sarebbe quindi volta a comprimere il diritto all’aborto della donna che si rivolge al consultori­o.

4 Qual è la risposta del governo al riguardo?

La replica di chi l’ha proposto e approvato è che l’emendament­o attua quanto già previsto dal’articolo 2 della 194.

5 Cosa prevedeva l’ordine del giorno presentato dal Pd e bocciato ieri?

L’odg impegnava il governo ad «assicurare che le disposizio­ni» introdotte col decreto Pnrr «non minino in alcun modo la piena attuazione della 194 e non restringan­o il diritto delle donne ad avere accesso all’interruzio­ne volontaria di gravidanza».

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