Corriere della Sera

Fine vita, il governo contro Bonaccini Schlein: pura ideologia

Il ricorso al Tar su due delibere. La leader: ora una legge

- Di Maria Teresa Meli

Sul fine vita è ormai scontro frontale tra governo Meloni ed Emilia-romagna: il 12 aprile, la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute hanno depositato al Tar regionale un ricorso per chiedere l’annullamen­to delle delibere della giunta Bonaccini che davano attuazione al suicidio medicalmen­te assistito.

Lo scorso febbraio, l’emilia-romagna aveva infatti approvato due delibere per l’accesso al fine vita, e inviato alle aziende sanitarie le linee guida per la gestione delle richieste di suicidio medicalmen­te assistito. Ora di fronte a questa iniziativa dell’esecutivo il Pd alza gli scudi: «È un ricorso ideologico, bene l’emilia-romagna che attua la sentenza della Corte costituzio­nale sul diritto importante a un fine vita dignitoso. Facciamo una legge in Parlamento», dice la segretaria dem Elly Schlein.

Per Stefano Bonaccini, governator­e della Regione, «il governo fa campagna elettorale sulla pelle dei cittadini». «Anziché preoccupar­si di dare una legge al Paese e alle persone che vivono in condizioni drammatich­e — sottolinea il presidente del Pd — l’esecutivo sceglie addirittur­a di boicottare l’emilia-romagna che attua la sentenza dalla Corte costituzio­nale». Bonaccini promette che «l’emilia-romagna difenderà i propri atti e soprattutt­o il diritto di un paziente in fine vita a decidere per sé, senza dover chiedere il permesso al governo e alla destra».

Diversi esponenti dell’opposizion­e attaccano la decisione del governo. «Il ricorso di Palazzo Chigi contro la Regione Emilia-romagna è un atto di pura arroganza. Le Regioni danno seguito alla sentenza della Corte costituzio­nale che ha colmato un vuoto legislativ­o consentend­o un fine vita dignitoso a chi soffre per una malattia incurabile e insopporta­bile. Il governo sta mortifican­do chi soffre», denuncia Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra

alla Camera. E Sandra Zampa, capogruppo dem alla Commission­e Sanità del Senato, è durissima: «Ieri la 194, oggi il fine vita, passando per l’occupazion­e del sistema radiotelev­isivo pubblico e il ripristino a scuola di vecchi metodi, che attendono solo il ritorno delle orecchie da asino. Un passo dopo l’altro il governo Meloni con la testa rivolta al passato e incapace di comprender­e il presente e preparare il futuro, lavora per trasformar­e l’italia in una triste copia dell’ungheria». E ancora, sempre Zampa: «L’attacco alla Regione Emilia-romagna che, proprio per dar corso alla sentenza della Corte costituzio­nale e per colmare il vuoto normativo nazionale, ha deliberato sul fine vita, lascia senza parole. Non è gravissimo solo per la mancanza di rispetto per le persone in condizione di fine vita, ma anche per la ricerca di uno scontro istituzion­ale. Che vergogna presidente Meloni. Che vergogna!».

Sembrerebb­e l’inevitabil­e conclusion­e dell’ennesima vicenda in cui la Corte costituzio­nale lancia un allarme e il governo e il Parlamento non rispondono.

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