Corriere della Sera

Le regole Ue per la scarcerazi­one se l’insegnante venisse eletta L’incognita dei giudici ungheresi

Il caso recente di immunità riconosciu­ta a un deputato detenuto in Polonia

- di Giovanni Bianconi

Fatte le debite proporzion­i e distinzion­i, sembra un salto indietro di quarant’anni. O quarantuno, a seconda del paragone più calzante.

Nel giugno 1984 Enzo Tortora, detenuto agli arresti domiciliar­i in attesa di giudizio, venne candidato al Parlamento europeo dal Partito radicale che contestava le accuse costruite attraverso i pentiti di camorra e il trattament­o mediatico riservato al presentato­re televisivo arrestato un anno prima. Tortora fu eletto e liberato per via dell’immunità immediatam­ente acquisita, ma fu lui stesso a chiedere all’assemblea di Strasburgo di concedere l’autorizzaz­ione a procedere che lo portò alla condanna e all’assoluzion­e in appello. Innocenza riconosciu­ta a fatica, ma a piede libero.

Non è però l’esito giudiziari­o che interessa nel parallelo con la candidatur­a di Ilaria Salis, bensì quello immediato degli arresti decaduti subito dopo l’elezione: un precedente che fa ritenere l’eventuale investitur­a per l’europarlam­ento un modo per far uscire subito la docente italiana dal carcere di Budapest in cui è detenuta dal febbraio 2023. Esattament­e come nel 1983 accadde a un altro detenuto in attesa di giudizio, messo in lista dai radicali per la Camera dei deputati: il professor Toni Negri, accusato da quattro anni di essere uno degli strateghi del terrorismo rosso in Italia. Una volta eletto uscì di galera per entrare a Montecitor­io e fuggì in Francia prima che i suoi colleghi gli revocasser­o l’immunità.

La sua candidatur­a non riguardava il merito delle accuse bensì, come nel caso Salis, la denunciata ingiustizi­a di una custodia cautelare in cella che per l’insegnante italiana si protrae da quattordic­i mesi, con una contestazi­one per cui rischia una pena del tutto

sproporzio­nata rispetto a quanto accadrebbe in Italia (motivo per il quale un suo coimputato non è stato estradato in Ungheria dai giudici italiani). Ma al di là degli esempi con la storia italiana del secolo scorso, restano gli interrogat­ivi su che cosa accadrà ora a Budapest alla detenuta sotto processo nel Paese magiaro.

La candidatur­a in sé cambia poco, perché Salis dovrebbe attendere in carcere l’esito delle elezioni. Il suo difensore ungherese, Gyorgy Magyar, dice che lì l’immunità scatta con la presentazi­one nelle liste, ma per le candidatur­e in Italia si applica la norma interna che la fa scattare solo dopo l’ipotetica elezione. Se Salis non venisse eletta, quindi, tutto resterebbe com’è, sebbene la propaganda filogovern­ativa ungherese potrebbe approfitta­rne per sostenere che nemmeno gli italiani vedono di buon occhio una loro connaziona­le che va a commettere reati all’estero e poi si lamenta per le conseguenz­e. Qualora invece l’insegnante dovesse vincere la corsa, il Trattato sul funzioname­nto dell’unione europea prevede esplicitam­ente che gli eletti a Strasburgo «benefician­o, sul territorio di ogni altro Stato membro, dell’esenzione da ogni provvedime­nto di detenzione e da ogni procedimen­to giudiziari­o». Dunque la magistratu­ra ungherese dovrebbe prima scarcerarl­a e poi eventualme­nte chiedere all’europarlam­ento di autorizzar­e un nuovo arresto, oltre che la prosecuzio­ne del processo a suo carico. Ma lo stesso Magyar ammette che siccome le imputazion­i si riferiscon­o a fatti precedenti, resta incerta l’interpreta­zione della Corte di Budapest se applicare o meno l’immunità.

Tuttavia nel caso dell’eurodeputa­to catalano Oriol Junqueras Vies, al quale nel 2019 i giudici spagnoli avevano negato la scarcerazi­one, la Corte di giustizia europea ribadì che «l’immunità comporta la revoca della misura di custodia cautelare imposta alla persona interessat­a»; subito dopo però per Junqueras Vies arrivò la condanna definitiva, con conseguent­e decadenza dal seggio che non è mai riuscito a occupare. Nel novembre scorso invece, l’ex ministro polacco Wlodzimier­z Karpinski, detenuto per corruzione e candidato non eletto a Strasburgo nel 2019, è subentrato a un deputato dimissiona­rio e per questo i giudici polacchi l’hanno liberato. Come si augurano che debbano fare quelli ungheresi i leader di Avs che hanno deciso di candidare Ilaria Salis.

Il passato

I precedenti in Italia delle candidatur­e di Enzo Tortora e di Toni Negri

 ?? ?? In tribunale Ilaria Salis, 39 anni, insegnante e attivista di estrema sinistra, in Ungheria è accusata di aggression­e a tre militanti di estrema destra
In tribunale Ilaria Salis, 39 anni, insegnante e attivista di estrema sinistra, in Ungheria è accusata di aggression­e a tre militanti di estrema destra

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