Tre mesi alla deriva. E la barca dei migranti arriva in Brasile
Senza bussola, senza strumenti di navigazione, senza telefono satellitare, alla mercé delle onde ma anche esposta alle aggressioni dei pescatori-pirati che si avventano sui barchini della rotta migratoria. È finita così, su una spiaggia della costa di Parà, a nord del Brasile, l’odissea di una piroga azzurra, carica di migranti africani, partita almeno tre mesi fa dalla Mauritania. Una deriva infinita e straziante, durata almeno tre mesi e conclusasi in tragedia. Sul barchino la polizia federale sudamericana ha trovato nove corpi in stato di decomposizione; ma a bordo ce ne sarebbero stati almeno 25. Gli inquirenti ne sono convinti perché tanti sono gli impermeabili rinvenuti sul natante, il che porta a credere, appunto, che l’imbarcazione avesse inizialmente più occupanti di quelli trovati a fine viaggio. Il sovrintendente della Polizia dello Stato di Para, Jose Roberto Peres, ha detto anche che sono stati trovati documenti per i quali si ritiene che la barca avesse lasciato il continente africano lo scorso 17 gennaio. L’imbarcazione si è arenata su una spiaggia a 200 chilometri da Belem, sabato notte. L’hanno trovata alcuni pescatori. I migranti dovevano percorrere meno di 500 miglia nautiche, dalle coste della Mauritania a quelle delle isole Canarie, in Spagna. La destinazione, forse, era l’isoletta di El Hierro. Alla deriva, invece, la barca in legno ha percorso 2mila miglia nautiche a Ovest della destinazione. La morte per i nove migranti a bordo, ha concluso la polizia, sarebbe giunta per mancanza di cibo e di acqua.