«Ma le opere poi restano a Milano?»
Fuorisalone tra studenti, specialisti e «turisti del design». Curiosità e ricerca di ispirazione
Al Fuorisalone di Milano possiamo dire che la parola d’ordine è: «ispirazione». Che si tratti di architetti, designer, artisti o semplici curiosi, alla domanda «perché giri il Fuorisalone?», la risposta è molto facilmente «sono in cerca di ispirazione». Se si va sul sito della manifestazione si scopre (personalmente con po’ di inquietudine, visto che sono in giro per la città), che gli eventi della Design Week 2024 sono 1112. Il nostro obbiettivo, nel partecipare il più possibile agli appuntamenti, è vedere l’evento attraverso gli occhi dei visitatori, dei passanti e di chi ci sta lavorando. Così le piccole interviste, fatte veramente di poche battute, avvengono per strada e nelle location. Molto entusiasmo e parole di lode verso una città che sembra avere doti straordinarie nel sapersi trasformare e, a parte qualche disagio, specie nel traffico, anche amare.
I visitatori stranieri sembrano essere ogni anno più presenti; per tanti di loro Milano è diventato un appuntamento fisso. Una donna oggi si è lamentata perché troppi cartelli e didascalie delle opere sono solo in inglese. Infatti, di tante persone ad oggi interpellate, la maggior parte si esprime in questa lingua.
Gli intervistati sul Fuorisalone si affidano in prima battuta, come dicevamo, alla parola «ispirazione» ma poi ognuno riesce a dare una diversa lettura: chi ama la convivenza tra il design e i palazzi storici, chi apprezza la ricerca e l’utilizzo di nuovi materiali, chi raccoglie sensazioni dall’utilizzo del colore e delle forme. Una donna ci dice che la Design Week è come «cibo per la creatività» mentre un’altra persona, in modo più mistico, afferma che «gli occhi raccontano a noi stessi quello che vedono esternamente» e queste informazioni vengono poi portate nel tempo fino alla nostra anima più creativa. Tanti i professionisti incontrati, tantissimi gli studenti ma anche numerosi i curiosi, i turisti del design.i milanesi in questa settimana sembrano diventare una rarità e si confondono in mezzo alla folla ma in fondo, se si vuole, c’è anche da divertirsi.
Un uomo, intuendo il nostro lavoro, ci ferma e ci chiede: «Ma di tante cose belle che ho visto non possono lasciare qualche opera alla nostra città?». Perché no?