Corriere della Sera

«Io romana a Parigi: pochi difetti, tantissimi pregi»

- Annamaria Schiavo

Amarzo sono stata a Parigi a trovare mia figlia, che ha casa a Courbevoie, un comune a 15 minuti a piedi dalla Defense. Abito a Roma, quindi mi è venuto spontaneo fare confronti. Parigi non è solo una meraviglia. All’aeroporto di Orly io, mio marito e mia figlia abbiamo preso lo shuttle e poi la linea della Rer che porta in centro, causa problemi su un’altra linea le corse si sono ridotte e l’affollamen­to è diventato insostenib­ile, nessun controllo, nessun consiglio, ma vivendo a Roma sappiamo come sopravvive­re. Poi ci sono i borseggiat­ori, mi hanno portato via il portafogli nella Basilica del Sacro cuore a Montmartre, mentre stavo accendendo un cero alla Madonna. Il resto è ok. Le strade sono pulitissim­e, anche dove vive mia figlia, che non è una zona centrale. Non ho visto scritte sui muri e ci sono numerose panchine, non vandalizza­te. Gli alberi sono potati e i giardini delle Tuileries sono perfetti con comodi sedili che permettono di leggere un libro o di riposare, i vagoni della metro e della Rer si adeguano a questi livelli. Numerosi i taxi: luce verde se sono liberi, luce rossa se sono occupati. Anche l’app Uber funziona, si chiama la macchina che arriva in pochi minuti e non costano tanto. Insomma non ti senti abbandonat­o a un avverso destino come quando si parla di Roma. Da umile cittadina darei un consiglio ai nostri amministra­tori: fate corsi di aggiorname­nto nelle città europee dove i servizi pubblici funzionano, tipo smaltiment­o dei rifiuti, controllo del territorio contro il vandalismo, trasporti; in cambio noi potremmo dare consigli sugli allestimen­ti museali.

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