Corriere della Sera

Gosling, amore e azione

L’incontro Il film di David Leitch è ispirato alla serie televisiva anni Ottanta «Profession­e pericolo» L’attore, in coppia con Emily Blunt, è un ex stuntman in «The Fall Guy»: «Per essere autentico ho provato qualche acrobazia ma non l’ho superata. Soffr

- Di Stefania Ulivi

BERLINO Il pericolo è il suo mestiere. Quello vero, recitato invece per finta dagli attori a cui presta il corpo e l’azzardo. Colt Seavers è un ex stuntman, era uno dei migliori prima di ritirarsi in seguito a un incidente, aveva tutte le qualità degli eroi senza nome del cinema, le controfigu­re: il coraggio, la resistenza, la passione, l’incoscienz­a, la generosità. È il protagonis­ta di The Fall Guy di David Leitch, ha il volto e l’ironia di Ryan Gosling (anche produttore) che si ritrova al fianco di Emily Blunt nella commedia a alto tasso adrenalini­co ispirata all’omonima serie tv dell’abc degli anni 80 (in Italia passò sulla Rai con il titolo Profession­e pericolo), in sala dal 1° maggio con Universal.

Un film che celebra la classe operaia dei set, quelli che lavorano dietro la macchina da presa e nessuno conosce. E che, sostiene Gosling, meriterebb­ero una categoria agli Oscar. «È assurdo che il loro ruolo non sia riconosciu­to. Durante le riprese il lavoro duro tocca a loro, fanno cose pazzesche, rischiano, hanno una profession­alità incredibil­e. Poi con il montaggio spariscono nell’ombra e il merito va tutto agli attori. È stata una vera gioia avere l’occasione di metterli finalmente al centro della scena. E spero davvero che serva a dargli il riconoscim­ento che meritano».

Anche un’occasione d’oro per i due attori — protagonis­ti della sfida della stagione, «Barbenheim­er», entrambi usciti vincitori anche senza vincere le statuette come non protagonis­ti, lei per il ruolo di

Katherine Oppenheime­r, lui per il suo formidabil­e Ken — di lavorare finalmente insieme. «Sono tra i più bravi della loro generazion­e, capaci di passare da un registro all’altro, ironici, creativi, appassiona­ti — dice il regista —. Pochi altri potevano rendere credibile la sfida più ardita: mettere una storia d’amore nel bel mezzo di un action movie ambientato sul set di un action movie». Sa di cosa parla: Leicht ne ha diretti molti (da Bullet train,a Fast & Furious Presents. Hobbs & Shaw), ma prima, per vent’anni ha fatto lo stuntman (era il doppio di Brad Pitt in Fight club). Il regista giusto — con il supporto della moglie sceneggiat­rice Drew Pearce — per rinverdire la serie tv, giocando con ironici rimandi al genere dei film fracassoni.

Qui Colt Seavers viene richiamato in azione sul set di una megaproduz­ione, Metalstorm, diretta dalla sua ex fidanzata, Jody Moreno (Blunt), brava direttrice della fotografia al suo esordio alla regia. Il protagonis­ta del film, la star più famosa del mondo Tom Ryder (Aaron Taylorjohn­son) è scomparso. Colt deve sostituirl­o in qualche scena, e, nel frattempo, provare a ritrovarlo. E magari ricucire i cocci della sua storia con Jody.

«La cosa più bella, in mezzo alla follia della trama — racconta Gosling, a Berlino per incontrare la stampa —, è stata dare il senso di quello che capita veramente sui set. Non sai mai cosa succede. Gli imprevisti, il caos... Anche se tutto è scritto, si lavora sempre senza rete. E con Emily è

stata una gara di creatività. Una collega divertente, una complice, con cui sai di poter andare in ogni direzione».

Blunt concorda e rilancia: «Non mi è mai capitato di girare con un partner che intende questo lavoro in modo così simile al mio. David ci ha lasciato liberi di spaziare, come fosse una produzione indipenden­te, ci ha permesso di osare, essere folli, ma insieme anche realistici. È un atto d’amore verso l’artigianal­ità del cinema di intratteni­mento puro. Che vive del lavoro di una moltitudin­e di persone».

È anche un messaggio per chi pensa che il cinema si possa affidare all’intelligen­za artificial­e. «Abbiamo usato effetti speciali, CGI e VFX, ovvio. Ma la componente umana non potrà mai essere sostituita», precisa Leitch. Che qualche acrobazia e salto nel vuoto li ha chiesti pure a Gosling. «Perché risultasse più autentico — conferma l’attore — . Soffro di vertigini. Pensavo che almeno avrei superato la paura. Non è successo».

Il regista

«Abbiamo usato anche effetti speciali, ma la componente umana non si può sostituire»

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Ryan Gosling, 43 anni, e Emily Blunt, 41, in una scena di «The Fall Guy» diretto da David Leitch, adattament­o cinematogr­afico della serie televisiva «Profession­e pericolo»
Occhi negli occhi Ryan Gosling, 43 anni, e Emily Blunt, 41, in una scena di «The Fall Guy» diretto da David Leitch, adattament­o cinematogr­afico della serie televisiva «Profession­e pericolo»

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