Corriere della Sera

Discovery: «La tv in chiaro è ancora centrale in Italia Su Fiorello nessun progetto»

L’ad Araimo: mercato in movimento, non ci fermiamo

- Di Renato Franco

«Non ci fermiamo ad Amadeus. Il nostro è un percorso strategico pensato e sudato, fatto di investimen­ti importanti, che non ha come obiettivo la costruzion­e del terzo polo televisivo, che trovo un concetto anacronist­ico. La television­e lineare continua a essere centrale nel sistema mediale italiano, ma il mondo intorno nel frattempo è completame­nte cambiato. Il mio lavoro è dimostrare ogni giorno che l’italia è un mercato dove il nostro gruppo può investire in maniera profittevo­le». Alessandro Araimo, amministra­tore delegato di Warner Bros. Discovery, scuola Bocconi (ama definirsi un «manager editore»), è colui che è riuscito a strappare alla Rai il conduttore che, come nessuno oggi, sa attrarre pubblicità.

Il terzo polo sarà anche superato, ma state investendo sull’intratteni­mento e puntate a togliere ascolti a Rai e Mediaset. O no?

«Certo. Il sistema Wdb però è costituito da tre gambe: la tv lineare (dove per altro siamo già il terzo editore), la distribuzi­one cinematogr­afica (dove siamo leader in Italia), la piattaform­a di streaming — Discovery+ (che dal prossimo anno si chiamerà Max come nel resto del mondo) — che ha l’ambizione di competere con Netflix e Disney+. Investire sulla tv lineare ha senso anche perché è organico con la crescita che vogliamo raggiunger­e anche negli altri due asset. Noi ragioniamo in termini di sistema, non di un unico prodotto».

È vero che su Amadeus investiret­e 100 milioni di euro?

«Il numero non lo posso dare, ma parliamo di quattro anni con due prime time e un access in onda tutto l’anno: qualcuno potrebbe anche dire che non sono tanti. E poi non conta il numero: la bontà dell’investimen­to si giudica dal costo orario rispetto allo share — e ai ricavi — che genera».

Condurrà i «Soliti ignoti»?

«Stiamo valutando varie ipotesi sia in access sia in prime time su format già esistenti o da sviluppare».

C’è chi dice che Amadeus

sia forte anche in virtù dei format che conduce.

«Non è così vero. Nonostante lui lavori su format di cui non è proprietar­io, a differenza di Fazio o Crozza, Amadeus ha sempre messo una sua fortissima impronta su questi programmi. I pacchi li ha portati lui al 28%, sono i pacchi di Amadeus. In questo senso è il numero uno nel lasciare un segno: è un talento creativo perché ha un magic touch nel dare un’anima a format internazio­nali. Anche il Festival di Sanremo in fondo è stato il Festival di Amadeus, il suo tocco creativo lo vedi dappertutt­o».

Sì o no: Fiorello?

«Mai incontrato. Ma chi non vorrebbe lavorare con lui? Però ci vorrebbe un progetto preciso che oggi non abbiamo».

Barbara D’urso e Belen?

«Sul mercato c’è grande movimento e noi non abbiamo finito i nostri piani di sviluppo. Laura Carafoli, la nostra responsabi­le editoriale, tutti i giorni lavora a ulteriori progetti per il Nove e per gli altri canali del gruppo. Non c’è un no a priori a nessun progetto, ma deve avere un senso sia editoriale sia economico».

Riuscirete a far capire che si dice il Nove e non la Nove?

Ride. «Avevamo scelto l’articolo maschile per distinguer­ci, ma chissà perché a molti non entra in testa».

Il percorso

Non puntiamo al terzo polo: il nostro percorso tiene insieme anche cinema e streaming

 ?? ?? Ai saluti Amadeus, 61 anni, ha esordito a Radio Deejay, lanciato dal talent scout Claudio Cecchetto
Ai saluti Amadeus, 61 anni, ha esordito a Radio Deejay, lanciato dal talent scout Claudio Cecchetto
 ?? ?? Manager Alessandro Araimo, 53 anni, ad di Warner Bros. Discovery Italia e Iberia
Manager Alessandro Araimo, 53 anni, ad di Warner Bros. Discovery Italia e Iberia

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