Corriere della Sera

Quintetto in Champions e le scelte di Cardinale

- Di Daniele Dallera

La Roma ha risolto ogni problema a suo tempo affidando la squadra a De Rossi. Non è stato facile smontare il totem Mourinho, ma non c’è dubbio che De Rossi, oltre a dare un nuovo volto tattico e tecnico alla Roma, ha reso tutti più sereni, regalando certezze e cancelland­o ogni isteria, condizione questa troppo frequente, persino contagiosa, con il vate portoghese, apparso ormai prigionier­o del suo personaggi­o. Il Milan non ha cambiato allenatore, ha dato fiducia a Stefano Pioli, anche quando tirava un’aria pessima (il ritornello festoso «Pioli is on fire» con scarsa fantasia era cambiato in «Pioli is fired»: licenziato) e ha fatto bene: il secondo posto, seppur lontano anni luce dal primato presto tricolore dell’inter, il sorpasso sulla Juve hanno dato ragione alla dirigenza del Milan. Ma adesso ci risiamo, l’eliminazio­ne dall’europa League, la doppia sconfitta con la Roma, riaprono sicurament­e una ferita e danno fiato all’opposizion­e, come sempre più rumorosa di chi governa. I toni alti spesso creano confusione e questo invece è il momento della riflession­e, di costruire un’idea, che guardi al futuro, non quello immediato, non certo quindi a lunedì, quando si giocherà un derby che per l’inter potrebbe anche voler dire festa grande, scudetto, seconda stella. Meglio che il Milan non ci pensi, non sono affari suoi, il tricolore dell’inter arriverà, è scontato, se non sarà lunedì, basterà aspettare. Per il Milan c’è una Champions da difendere, da rilanciare, generosa, la prossima stagione con 5 squadre italiane, uno stato di grazia europeo che deve essere riconoscen­te anche all’atalanta (e Fiorentina) capace di domare il Liverpool. Ma c’è bisogno di un Milan che sappia prendere decisioni illuminate, vediamo se radicali, il momento è arrivato: spazio a Cardinale, Scaroni, Furlani e Ibra.

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