Juve a Cagliari Allegri teme le trappole di Ranieri
ACagliari, da dove iniziò la scalata al grande calcio (pure con un 2-0 alla Juve, la stagione prima di andare al Milan), stasera Massimiliano Allegri prova ad avvicinarsi alla meta: «È sempre difficile a casa loro, anche perché si stanno giocando la salvezza, noi però vogliamo la Champions». Meglio conoscere il nemico, dunque, così si presenta con l’archivio dei numeri: «Il Cagliari ha vinto 6 partire su 8 in casa, dei 31 punti ne ha conquistati 23 all’unipol Domus, fa tanti gol negli ultimi 15 minuti e segna con i giocatori subentrati». Morale, il secondo round della semifinale di Coppa Italia, martedì, può aspettare: «Questa è la partita più importante, alla Lazio penseremo dopo. Una vittoria ci consentirebbe di fare un bel salto in avanti, perché a questo punto le vittorie valgono doppio». Pare non avere tanti dubbi di assetto, a parte quello tra Chiesa e Yildiz, il turco che, a sentire Szczesny, entro cinque anni sarà da Pallone d’oro: «Spero che Tek indovini, soprattutto per Yildiz — sorride l’allenatore bianconero — ma nei giudizi bisogna andare molto piano. Io auguro a Kenan di fare una carriera straordinaria, le qualità che ha lo consentono». Però: «Lui e Chiesa hanno lo stesso ruolo, domani (stamattina, ndr) deciderò chi partirà dall’inizio». Di certo ci sarà Vlahovic, che non segna dal 25 febbraio, in campionato: «Lui appartiene alla categoria degli ottimi giocatori che possono diventare grandi». Più che ansia, ha curiosità: «Ora viene il bello, ci giochiamo tutto in 60 giorni. E una volta raggiunto l’obiettivo, la società dirà quali sono le strategie per il futuro». Rende omaggio a Claudio Ranieri: «Ha fatto cose uniche, nella sua carriera: oltre a un grande allenatore, è una persona di buon senso».