Corriere della Sera

«Bande criminali italiane», la cronaca nera diventa mainstream

- Di Aldo Grasso

Sky Crime propone «Bande criminali italiane», una docu-serie prodotta da Stand By Me sulle quattro bande più violente e spietate che hanno terrorizza­to l’italia dagli anni ’70 alla fine del secolo: la banda della Comasina, il clan dei Marsiglies­i, la banda dell’arancia meccanica e la banda di via Padova. C’è molta Milano in queste bande, specie nella rievocazio­ne dei crimini di Renato Vallanzasc­a, responsabi­le di clamorosi sequestri, come quello di Emanuela Trapani, di mortali scontri a fuoco come quello davanti all’esattoria di piazza Vetra.

Il racconto è affidato principalm­ente ad Achille Serra, all’epoca dei fatti dirigente della squadra mobile, e a Tino Stefanini, componente della banda che nel corso della sua vita ha trascorso 47 anni in carcere. Come mai il genere true crime (la cronaca nera è sempre esistita) sta avendo un così singolare successo, soprattutt­o attraverso i podcast? Penso a «Dove nessuno guarda» di Pablo Trincia su Elisa Claps, a «Indagini» di Stefano Nazzi (anche a teatro, con la partecipaz­ione delle «star» del Post), a «Polvere. Il caso Marta Russo» di Cecilia Sala e Chiara Lalla.

È dalla notte dei tempi che il fascino del male esercita una seduzione irresistib­ile sull’umanità. J.L. Borges in «Finimondi» si domandava: «Perché ci attrae la fine delle cose? Perché nessuno canta l’aurora? Perché preferiamo l’inferno al Paradiso? Perché non ci convince il lieto fine?». Spesso sembra che la brutalità sia la sola retorica della nostra epoca, il solo modo con cui sappiamo esprimerci e cercare, attraverso il racconto macabro, una sorta di effetto catartico. Altra spiegazion­e convincent­e è che le storie dei delitti ci piacciono perché ci mettono di fronte a una serie di paure e pericoli che possiamo vivere a distanza di sicurezza: è la famosa metafora del «naufragio con spettatore» con cui si apre il secondo libro del «De rerum natura».

Il mare è in tempesta ma io lo contemplo da un posto solido e sicuro, scruto l’abisso del male ma non rischio di caderci.

Attraverso i nuovi media, la cronaca nera sta diventando mainstream, esprime valori morali il cui prodotto non è più l’educazione ma il mercato.

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È tra i criminali rievocati nella serie di Sky Crime sulle bande che hanno terrorizza­to gli anni 70
Renato Vallanzasc­a È tra i criminali rievocati nella serie di Sky Crime sulle bande che hanno terrorizza­to gli anni 70

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