Europee, la corsa nel centrodestra Forza Italia sceglie, ora tocca a Meloni
Tajani capolista in tutte le circoscrizioni tranne le Isole dove si candiderà Caterina Chinnici
Tra i big del governo, è il primo a sciogliere le riserve. Antonio Tajani, vicepremier e segretario di Forza Italia, sarà capolista alle Europee di giugno in tutte le circoscrizioni, esclusa quella che riunisce le isole, dove a guidare la lista sarà l’ex pd passata con gli azzurri, Caterina Chinnici. «Un leader deve avere coraggio — spiega Tajani davanti al Consiglio nazionale forzista riunito a Roma —. Mi perdoneranno mia moglie e la mia famiglia se mi dedicherò alla campagna elettorale. Lo fanno da 30 anni. Ma non sono in competizione con gli alleati».
Tuttavia le Europee, per le quali le liste dovranno essere depositate entro il primo maggio, vedranno diverse candidature bandiera ai nastri di partenza. Nel centrodestra inevitabilmente quella più attesa è la decisione di Giorgia Meloni che sarà annunciata durante l’assemblea programmatica del partito fissata per domenica prossima a Pescara. Ma la corsa della premier alla guida di FDI, in tutte le circoscrizioni, è data già per certa da tempo. Intanto sono comparsi i manifesti: «Con Giorgia l’italia cambia l’europa». Non ancora una esplicita chiamata al voto, ma certamente una premessa.
Niente candidatura diretta per Matteo Salvini. L’altro vicepremier e segretario della Lega ha annunciato di non voler correre, spiazzando tutti, già a gennaio: «Continuo a fare il ministro» le sue parole durante una trasmissione televisiva.
Poi, il leader del Carroccio aveva lasciato cadere un «candiderei però il generale Vannacci». E questa eventualità, ormai considerata più che probabile, nelle settimane successive ha provocato dibattiti pubblici e malumori riservati. Il generale — sostenitore di tesi contro i gay, gli immigrati e la parità di genere, contenute nel libro Il mondo al contrario — è vissuto come un innesto pericoloso dai leghisti della vecchia guardia. Sia perché potrebbe sottrarre un seggio in una congiuntura già difficile per il partito di via Bellerio, alle prese con un crollo dal 34% record di cinque anni fa alla stima (basata sulle ultime consultazioni e sui sondaggi) che lo colloca sotto il 9. Sia in quanto non portatore dei temi identitari della Lega. Salvini però tira dritto: «Spero Vannacci accetti di essere candidato con noi. Mi piacerebbe un confronto tra lui e Ilaria Salis», diceva ancora due giorni fa. Altro innesto nelle liste leghiste, per effetto dell’intesa con l’udc di Lorenzo Cesa, è Ester Bonafede: sarà candidata nelle isole, dietro la capolista (e uscente) Annalisa Tardino. «Strappato» a Forza Italia, invece, Aldo Patriciello, già europarlamentare che Salvini candida al Sud.
Quasi una risposta alla candidatura dell’ex leghista Marco Reguzzoni da parte di FI nella circoscrizione Nordovest, dove gli azzurri vogliono rafforzarsi. Nonostante le dichiarazioni, infatti, Lega e berlusconiani sono in competizione nei fatti per il secondo piazzamento nel centrodestra. Altri nomi di punta dei berlusconiani al Nord sono quello di Letizia Moratti, recuperata al partito dopo la parentesi con i centristi Calenda e Renzi; Flavio Tosi, che ha sbattuto la porta della Lega due anni fa; la sottosegretaria friulana Sandra Savino. Ulteriore spinta, poi, ci si aspetta dall’intesa con Noi moderati, che per ora costituisce con FI una lista comune alle Europee. Ma il leader Maurizio Lupi, intervenuto a distanza anche al Consiglio nazionale di ieri, parla di «progetto politico serio». Tra i candidati in quota Nm sarà nella lista per il Nord-ovest Andrea Costa, ex sottosegretario alla Sanità.
Nella circoscrizione delle isole tenterà di superare lo sbarramento del 4% Cateno De Luca con la sua lista Libertà. Se il sindaco di Taormina mirerebbe più a farsi pesare in vista delle Regionali, nel ritorno tra gli eletti spererebbe Laura Castelli, ex sottosegretaria del M5S, dimaiana, approdata poi nel movimento meridionalista di De Luca.
La maggioranza
Il ministro primo big a sciogliere la riserva, Salvini ha già detto che non si candiderà