Il 5 Stelle dei microchip e dei complotti Ora Bernini punta sul green
Lo slogan per la campagna elettorale è pronto. «Dalla Palestina all’antispecismo: serve più Unione europea contro l’oppressione». Il primo scoglio — quello del voto su base regionale — è stato superato, lunedì ci sarà il voto per entrare nelle liste per le Europee.
Lui la sensazione di essere eletto l’ha già provata oltre dieci anni fa. Era il 2013.
E prima di entrate a Montecitorio si smarcava dal termine onorevole: «Onorevole no. Onorevoli sono Berlusconi, Razzi, Bersani: hanno cambiato il significato di quella parola». Paolo Bernini, 36 anni, di Cento (Ferrara), volto storico dei Cinque Stelle della prima ora, ci riprova. Tenta la corsa per un seggio a Bruxelles, per rappresentare il Movimento targato Giuseppe Conte. Origini e nuovo corso che si mescolano. Bernini si era preso l’etichetta del complottista per una serie di interventi che hanno creato dibattito, a partire dai microchip sottopelle e dalle tesi sull’11 settembre. «In America hanno cominciato a mettere microchip nel corpo umano per mettere i soldi: è un controllo di tutta la popolazione», aveva detto intercettato da Ballarò. In Aula, invece, aveva spiegato ai colleghi parlamentari che la versione ufficiale dell’11 settembre «è stata smentita da tutti i punti di vista. palesemente falsa e ormai il mondo se n’è accorto. La verità probabilmente non la sapremo mai, ma sicuramente è molto diversa da quella che i media mainstream ci raccontano. In questo caso si può dire che tutto quello che sai è falso e detto all’americana: “It was an inside job”. Tradotto: fu un lavoro interno». Poi, con il passare degli anni, in Parlamento è diventato il volto animalista del Movimento. E ha continuato a dare battaglia in difesa dei diritti degli animali anche dopo aver salutato la Camera, bocciato al voto delle Parlamentarie 2018, «The show must go on», aveva commentato. Look da parlamentare in soffitta per fare posto di nuovo a capelli lunghi e magliette di ispirazione per le sue campagne — come quella verde con la scritta «Vegan» — sfoggiate sui social. E spiegazioni: «Anche l’abbigliamento è frutto di crudeltà verso gli animali, come per esempio le cinture. Io ho scelto di vestirmi con un rifiuto, una ruota di bici usata come cintura, molto resistente e sostenibile». Ora torna alla carica, ricordando le sue «battaglie», tra cui «la difesa dei lupi contro governo e cacciatori che volevano un piano per ucciderli». Per approdare in Europa, però, Bernini dovrà superare le trappole del voto (e delle preferenze).