Caso Pisicchio, si cerca un terzo uomo
La chat col presidente pugliese, che sarà sentito in Antimafia. Fuga di notizie, analisi sul cellulare dell’ex assessore
Fughe di notizie, dimissioni prima spontanee e poi «indotte», un’amministrazione regionale che non è mai stata alle corde come in questo periodo. Sono giorni duri per il governatore pugliese Michele Emiliano, da settimane spettatore interessato delle inchieste che hanno coinvolto persone a vario titolo a lui vicine (dall’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, in carcere per scambio elettorale politico mafioso, al fondatore di Sud al centro Alessandro Cataldo, ai domiciliari per corruzione elettorale) e da qualche giorno più che mai coinvolto nell’ennesima indagine della Procura di Bari. All’esame degli inquirenti, infatti, c’è ora il telefono dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio, arrestato il 10 aprile per corruzione e turbativa d’asta. Obiettivo è vagliare i messaggi che il governatore avrebbe mandato a Pisicchio poche ore prima del suo arresto, avvertendolo — secondo quanto detto dello stesso Pisicchio in sede di interrogatorio di garanzia — di una possibile accelerata sulle indagini sul suo conto. E mettendolo davanti a un bivio: o le dimissioni dall’arti (l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, che Pisicchio dirigeva fino al giorno del suo arresto) o la rimozione. Su quei messaggi è in corso ora una perizia tecnica, sulla base della quale la Procura dovrà capire come procedere. La circostanza per cui gli inquirenti abbiano deciso di anticipare alla sera del 10 aprile l’arresto di Pisicchio (insieme al fratello Enzo e altri tre, l’esecuzione della misura era inizialmente prevista per lunedì 15) a poche ore dalle dimissioni dall’arti, potrebbe infatti suonare come un campanello d’allarme. La Procura sta infatti approfondendo questa possibile fuga di notizie, e in questo senso si cerca anche di capire chi sia l’altra persona coinvolta nella vicenda. Emiliano, nelle poche spiegazioni concesse a Pisicchio, avrebbe detto di aver saputo dell’accelerazione dell’inchiesta da una non meglio specificata «fonte romana». Anche l’individuazione di questa fonte è materia per la Procura. L’inchiesta su Pisicchio non era segreta e fu portata alla luce dopo alcune perquisizioni del 2020. Dopodiché un silenzio durato quattro anni, fece passare la vicenda in sordina.
Si muove la politica. La senatrice Raffaella Paita (Iv) chiederà nell’ufficio di presidenza della Commissione antimafia «la calendarizzazione per una rapida convocazione» di Emiliano, a causa delle vicende «delle ultime ore». Si tratta di una seconda richiesta dopo quella avanzata nelle scorse settimane e «legate ai rischi di infiltrazioni mafiose nel Comune di Bari».