Superbonus e conti pubblici, Mazzotta sempre più in bilico
Le indiscrezioni sul passaggio del ragioniere generale dello Stato alla presidenza Fs
Potrebbe essere la presidenza delle Ferrovie dello Stato, prestigiosa, ben remunerata, anche se non operativa, o qualsiasi altra carica ai vertici nella galassia delle società partecipate dal Tesoro, che saranno rinnovati tra poche settimane. Certo è che per Biagio Mazzotta l’uscita dalla Ragioneria Generale dello Stato, direzione del ministero dell’economia, cui è affidato il monitoraggio dei conti pubblici, sembra ormai scontata.
Un destino, il suo, segnato dalla clamorosa sottovalutazione dei costi del Superbonus 110% e del Bonus facciate, lievitati dai 35 miliardi stimati all’inizio a 185 miliardi a consuntivo, che hanno messo in crisi il bilancio dello Stato. Il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, sollecitato pubblicamente più volte dai giornalisti, ha sempre glissato sulle responsabilità di Mazzotta nella vicenda. Ancora oggi, a fronte delle indiscrezioni che si susseguono, all’economia si sottolinea come non ci sia alcuna ostilità personale tra il ministro e il Ragioniere. Che anzi, Giorgetti non ritiene essere certo l’unico responsabile del disastro.
Non c’è aria di caccia alle streghe, a via XX settembre, anche perché il danno ormai è fatto, ed è diventato evidente. Nei corridoi, in questi giorni, qualcuno si chiede anche dove fosse la Banca d’italia, mentre iniziava a circolare, con i crediti 110% cedibili all’infinito, una «moneta fiscale» parallela a quella legale. O dove fosse la Commissione Ue, mentre il suo braccio tecnico Eurostat, cambiava i criteri di contabilizzazione di quei crediti in bilancio. La Ragioneria guidata da Mazzotta, in ogni caso è «parte del problema». Ormai un problema politico per il governo di Giorgia Meloni, che non può permettersi manchevolezze sui fragili conti pubblici italiani al cospetto dei partners e delle istituzioni internazionali.
Nei giorni scorsi, man mano che emergevano i dati reali sui costi del 110%, il pressing sul Ragioniere dello Stato è cresciuto moltissimo. Ora sono prese a circolare le voci su un possibile nuovo incarico. Secondo Il Foglio potrebbe essere la presidenza delle Fs, società che il Mef vorrebbe quotare in Borsa. Finora, tuttavia, non sono stati fatti passi formali in quella direzione. Le assemblee per il rinnovo nelle società del gruppo, a partire da Anas, saranno a maggio.
Non ci sono tempi strettissimi, dunque, e la tornata delle nomine, addirittura, potrebbe slittare a dopo le elezioni europee. Intanto Mazzotta ieri, in una delle sue rare apparizioni pubbliche, era a Napoli, al Forum dell’economia mediterranea, dove ha snocciolato gli ultimi dati sul monitoraggio del Pnrr. Altro annoso fattore di attrito sotterraneo con la Ragioneria, alla quale Palazzo Chigi ha sfilato la banca dati Regis per assegnarla a Raffaele Fitto.