Il Napoli sempre peggio, crolla anche a Empoli
La sconfitta azzera gli obiettivi, Di Lorenzo sotto la curva. Calzona: «Manca voglia e orgoglio»
Il Napoli con lo scudetto cucito sul petto ha vinto una sola volta nelle ultime sei partite, quella con l’empoli è stata la 10° sconfitta in campionato: bastano questi numeri a certificare una volta in più l’involuzione di una squadra che, oltre a tutti i limiti mostrati in stagione, non è stata quasi mai capace di reagire. Anzi, il più delle volte è sembrata consegnarsi all’ avversari: l’agonia continua. La partita si è chiusa con la contestazione durissima dei tifosi partenopei presenti, è toccato al capitano Di Lorenzo andare sotto il settore riservato agli ospiti ad ascoltare, forse a scusarsi, non è servito a fermare cori e fischi anche contro De Laurentiis. Il presidente ha lasciato la tribuna all’intervallo.
«Ci è mancata la voglia di vincere — dice Calzona al termine della sfida del Castellani —. Le gambe vanno ma è la testa che è ferma. Ci manca la rabbia, non c’è orgoglio». L’allenatore è avvilito, difficile riannodare i fili di un gruppo che si comporta in campo come se ognuno andasse per conto proprio. «È colpa mia, non sono riuscito a dare la
sterzata ad una stagione nata male, non pensavo però di trovare questa situazione» aggiunge, provando a mettere al riparo la sua squadra da ulteriori e legittime critiche. Pigro e lezioso invece il Napoli: atteggiamento che ha tenuto per tutto il primo tempo, già sotto di un gol (il colpo di testa vincente di Cerri è giunto al 4’), non azzardando mai la riaggressione, fidandosi ancora una volta delle qualità individuali, le stesse che a Monza avevano messo una toppa alle magagne. La squadra di Nicola non ha dato respiro e ha conquistato meritatamente 3 punti, fondamentali in chiave salvezza. Calzona a fine stagione andrà via, non alza bandiera bianca («crediamoci ancora») ma insiste: «Serve orgoglio». Dalla grande bellezza alla grande bruttezza è stato un attimo, chi verrà dopo dovrà rifondare.