Corriere della Sera

Braccio di ferro fra Leclerc e Sainz Vasseur prova a fermare l’escalation

Scontro e polemiche, poi il chiariment­o. E la Ferrari ha perso la velocità sul giro singolo

- Di Daniele Sparisci

Giù le maschere, la tigre e il dragone. Leclerc e Sainz, una giornata a studiarsi, a marcarsi a uomo, a beccarsi. Con le ruote e con le parole. Attaccati ancora oggi al via, ma lontani dalle zone che contano perché su bagnato o asciutto, in due qualifiche dalle condizioni diversissi­me, la Ferrari ha evidenziat­o limiti sulla velocità pura, nel primo settore della pista accumulava circa metà degli oltre sei decimi di ritardo dall’insaziabil­e Verstappen, alla quinta pole su cinque. Ma le prendeva anche da Aston Martin e Mclaren.

Le possibilit­à di rimonta su una pista dai sorpassi «facili», come Shanghai, esistono ma sono legate anche alla lucidità dei due Cavallini, ieri al primo vero scontro in tre anni di convivenza.

Era dato per scontato, Leclerc aveva bisogno di restaurare la supremazia nel box e nel primo fine settimana in cui l’altro è andato in difficoltà, chiedendo forse troppo a sé stesso e al mezzo (l’attacco a Verstappen, con cui ha spremuto le gomme). Ne ha approfitta­to con classe ed intelligen­za, trovando un varco che lo spagnolo ha provato a chiudere in un eccesso di muscolarit­à. Colpa dell’adrenalina, e dei danni alla vettura, provocata dal duello con Alonso — Fernando è stato punito e la sensazione è che l’aston Martin presentand­o un ricorso, poi respinto, contro la Ferrari per una sospetta ripartenza di Sainz dopo un testacoda nelle qualifiche, abbia tentato di vendicarsi— ha spiegato Carlos. «Se Charles dice che sono stato troppo aggressivo sarà vero...» ha abbozzato con una punta di sarcasmo. Doveva succedere prima o poi in un quadro di disparità contrattua­le con Sainz già fuori, dopo tre anni segnati da schermagli­e psicologic­he, reciproci sospetti, ma anche rispetto, e rare battaglie.

È accaduto nei giri finali del mini-gp del sabato (in un’altra Sprint si erano affrontati a muso duro, Austria nel 2022), e dopo frecciate e riconcilia­zioni, presunte o vere, le parole più sincere restano quelle pronunciat­e dal numero 16 via radio al suo ingegnere Xavi Marcos dopo il contatto: «Ne dobbiamo parlare, lotta più con me che con gli altri». In fondo lo ha sempre pensato, sin dall’arrivo dello spagnolo nel 2021, rivale di altra caratura rispetto allo spaesato Vettel dell’epilogo ferrarista, con cui pure non erano mancate frizioni, ben più gravi (l’autoscontr­o in Brasile nel 2019).

Ecco, ieri in un confronto sul filo dei millesimi è riemerso il vero Charles, il ragazzo ferocissim­o dal sorriso gentile, obbligato a reagire dopo

Botta e risposta Charles: «Lotta più con me che con gli altri» Carlos: «Io duro? Se lo dice lui forse è vero...»

Il vertice anticrisi

Il capo della Scuderia ha parlato ai due piloti «È tutto sotto controllo niente da aggiungere»

settimane a testa bassa. Per la Ferrari è un bene, avendo puntato su di lui e scartato invece Carlos in favore di Hamilton (come conciliare l’ottimo secondo posto di Lewis nella garetta con il 18º tempo in qualifica? Anche questo è un rebus). Vasseur con i piloti ci sa fare, ha parlato a entrambi ripetendo il messaggio di sempre: «Riportate le macchine al traguardo». Sulla situazione interna ha aggiunto che non «c’è niente da chiarire con Charles» e che «Carlos forse era un po’ turbato dalla battaglia con Alonso». Per concludere: «È tutto sotto controllo».

Proprio tutto magari no. E non solo dentro casa. Verstappen si è divorato anche la sprint, viaggiando 1’’3 a giro più veloce del resto della compagnia. Alla fine i veri problemi sono altri: come si ferma Supermax?

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Leclerc tenta di superare Sainz all’esterno e Carlos chiude la traiettori­a: i due si toccano, non ci sono danni ma tensioni. Charles qualche curva dopo lo passa
Contatto Leclerc tenta di superare Sainz all’esterno e Carlos chiude la traiettori­a: i due si toccano, non ci sono danni ma tensioni. Charles qualche curva dopo lo passa

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