Corriere della Sera

Aiuti a Kiev, Borrell: ora tocca agli Stati Ue Pressing per i Patriot su Atene e Madrid

Raid russo su Kharkiv, distrutta l’antenna televisiva

- Dalla nostra inviata Francesca Basso

Mentre i Paesi Ue discutevan­o per l’ennesima volta dell’«urgenza» di offrire sistemi di difesa aerea a Kiev, un raid russo sulla seconda città più grande dell’ucraina, Kharkiv, colpiva l’infrastrut­tura di trasmissio­ne televisiva, causandone il crollo e interruzio­ni del segnale.

«I numeri sono davvero spaventosi. Solo delle bombe teleguidat­e gli ucraini ne hanno contate 7 mila in quattro mesi», ha detto il capo della diplomazia Ue Josep Borrell al termine del consiglio Affari esteri convocato insieme a quello della Difesa a Lussemburg­o per fare il punto non solo politico ma anche pratico sulle capacità difensive dei Paesi. Il risultato è che «certi Stati membri» hanno dato disponibil­ità a «misure concrete sulle munizioni e la difesa aerea per l’ucraina, nel quadro delle iniziative della Germania e della Repubblica Ceca, ma sono azioni che vanno coordinate», ha sintetizza­to Borrell. I Paesi Ue hanno anche raggiunto un «accordo politico» per inasprire l’attuale regime di sanzioni sui droni contro l’iran per includere i missili e il loro possibile trasferime­nto alla Russia. Viene ampliata l’area geografica di riferiment­o per comprender­e la consegna di missili e droni non solo alla Russia, ma a tutta la regione del Medio Oriente e del Mar Rosso.

Intanto il presidente Zelensky ha ricevuto rassicuraz­ioni dal presidente Joe Biden che gli Stati Uniti «invieranno velocement­e importanti nuovi aiuti militari e per la difesa aerea» non appena il Senato approverà il pacchetto aggiuntivo di sicurezza nazionale e verrà firmata la legge. Sabato è arrivato il via libera dalla Camera Usa ai 61 miliardi di dollari per Kiev dopo mesi di stallo. Nel corso di una telefonata il presidente Biden ha ribadito «l’impegno duraturo degli Stati Uniti a sostegno dell’ucraina».

Anche l’europa sta cercando di fare la sua parte. La scorsa settimana la Germania ha lanciato l’iniziativa Immediate Action on Air Defense (Iaad). Gli Stati stanno offrendo sistemi di difesa aerea, componenti e fondi (Olanda e Danimarca ne stanno discutendo). L’attenzione nei giorni scorsi si era concentrat­a sui Paesi Ue che dispongono di batterie Patriot: Grecia, Spagna, Olanda, Svezia, Romania e Polonia. In particolar­e su Madrid e Atene, che non rischiano minacce imminenti. Ieri il Financial Times riferiva di «forti pressioni» da parte degli alleati Ue e della Nato. Il portavoce del governo greco Pavlos Marinakis ha spiegato però che la Grecia ha già fornito «assistenza tangibile» all’ucraina e che «non verrà intrapresa alcuna azione che possa anche solo lontanamen­te mettere in pericolo le capacità di deterrenza o di difesa aerea della nostra nazione».

Il ministro degli Affari esteri spagnolo José Manuel Albares ha risposto ai giornalist­i a Lussemburg­o che gli chiedevano sul possibile invio di Patriot che Madrid è «ben consapevol­e della necessità dell’ucraina di difese antiaeree e soprattutt­o di sistemi Patriot» e che «la Spagna ha sempre fatto tutto ciò che era in suo potere». Secondo una fonte diplomatic­a europea Madrid, a differenza di Atene, avrebbe mostrato un’apertura alle richieste di Kiev e starebbe valutando l’invio di Patriot all’interno di un più ampio pacchetto di aiuti militari da fornire entro giugno. Madrid non ha voluto commentare. Quanto all’italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che «stiamo facendo tutto il possibile per dare le risposte attraverso gli strumenti che abbiamo» e che «il ministro Crosetto è al lavoro».

Sono invece un piccolo caso le parole del presidente polacco Andrzej Duda, che ha annunciato che la Polonia è pronta ad accogliere testate nucleari sul proprio territorio. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha detto che «non sono state prese decisioni» e il premier Donald Tusk ha chiesto un incontro chiarifica­tore con il capo dello Stato, che è vicino al Pis, un tempo al governo.

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Un poliziotto ucraino esamina i detriti della torre della tv che si trova alla periferia di Kharkiv e ieri è stata colpita dai russi
(Bobok/afp) Rottami Un poliziotto ucraino esamina i detriti della torre della tv che si trova alla periferia di Kharkiv e ieri è stata colpita dai russi

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