«Non si avveleni il clima I valori frutto della Resistenza devono essere comuni»
Fontana: le strumentalizzazioni a fini politici non aiutano
ROMA Lorenzo Fontana sta lasciando l’aula e si dirige diritto verso gli uffici della presidenza della Camera. Presidente permette? L’intercettato si rassegna. E parla del 25 Aprile e delle contrapposizioni che, anno dopo anno, si fanno persino più aspre. «È una ferita profonda che fatica a rimarginarsi, purtroppo le strumentalizzazioni a fini politici non aiutano, avvelenano il clima e non facilitano l’elaborazione di un passato ancora tanto doloroso e pesante. Il Paese non ne ha bisogno». Perché «quel che occorre, invece, è riconoscersi in valori che sono e che devono essere comuni, a partire da quelli che hanno ispirato la nostra Costituzione, frutto della Resistenza antifascista, che ci tengo a ricordare, non è stata solo comunista, ma anche cattolica, liberale, monarchica».
Certamente, la vicinanza delle elezioni europee non aiuta la distensione: «La rilevanza del momento elettorale è chiara a tutti — ammette il presidente della Camera —. E le dinamiche si ripetono con il susseguirsi degli appuntamenti, ma non si deve dimenticare che questa campagna, al contrario, deve essere una grande occasione per riflettere sull’europa che vogliamo, soprattutto alla luce della complessa situazione internazionale e del ruolo che l’europa deve assumere nel processo di costruzione della pace».
Ma lei, da persona di centrodestra, in quali valori può indiscutibilmente riconoscersi? «Innanzitutto la libertà che trova nel sistema di diritti e doveri costruito dalla Costituzione la più grande garanzia e penso, in questo momento, alla libertà di pensiero e di opinione, che è uno dei diritti e strumenti fondamentali della democrazia». Il presidente prosegue emozionandosi per «il coraggio di tante persone che hanno affrontato il regime, perché sacrificare la propria vita per la libertà del proprio Paese è un esempio eccezionale ed edificante per tutti e, in particolare, per le future generazioni. Una considerazione tristemente attuale, che rende ancora più importante ricordare le tante storie di chi si è battuto per offrire a noi tutti un Paese libero, penso al coraggio di tanti sacerdoti eroi silenziosi come il prete partigiano Don Battista Testa».
Fontana parla dell’europa da costruire: «Purtroppo il clima da test politico non aiuta ad approfondire i programmi, ma rispetto a 15 anni fa c’è una maggiore consapevolezza ed interesse da parte dei cittadini». Anche se lo stesso presidente ammette che «spesso si finisce per non percepire l’importanza di questo appuntamento che permette invece di selezionare democraticamente i rappresentanti dei cittadini europei. Molti temi decisivi, come la pace, la sicurezza economica, la difesa, la stabilizzazione del Mediterraneo, la cybersicurezza e il governo dell’intelligenza artificiale devono essere affrontati anche ad un livello sovranazionale. Sono felice che la Camera stia contribuendo a questo dibattito con un importante contributo».
L’auspicio è che «le elezioni non si risolvano solo in un test politico nazionale, ma rappresentino un’opportunità per affrontare una riflessione su temi strategici ed indichino soprattutto, democraticamente, in funzione della scelta elettorale, la direzione da prendere». A tenere banco in queste ore c’è la questione del seggio che fu di Giacomo Matteotti: «Ci stiamo lavorando, è una proposta interessante. Di sicuro, siamo orgogliosi di aver organizzato alla Camera una commemorazione a lui dedicata, alla presenza del presidente della Repubblica. Lo faremo giovedì 30 maggio, una data non casuale, perché proprio il 30 maggio di 100 anni fa Matteotti pronunciava un celebre discorso nell’aula di Montecitorio contro il regime fascista, quello che gli costerà la vita».