Corriere della Sera

«Quelle brigate con la stella di David che dal Sud Italia arrivarono fino al Po»

Sacerdoti, ex capo della comunità di Milano: no a chi usa la commemoraz­ione

- Di Paolo Conti

Giorgio Sacerdoti, avvocato e giurista, presidente del Cdec (Centro di documentaz­ione ebraica contempora­nea), ex presidente della Comunità ebraica di Milano. Oggi, 25 aprile, la Brigata ebraica parteciper­à alla manifestaz­ione nazionale a Milano ma non ci sarà il gonfalone della Comunità ebraica. La Comunità ha deciso così anche per prendere le distanze dallo slogan «Cessare il fuoco ovunque» deciso dall’anpi, l’associazio­ne dei partigiani.

«In effetti è uno slogan che sembra voler entrare nel merito di ciò che sta accadendo e dare spazio ai movimenti pro-palestines­i che usano il 25 aprile per portare avanti la loro agenda».

È sempre poi viva una questione: il simbolo della Stella di David in piazza il 25 aprile, duramente contestato da chi sostiene la causa palestines­e.

«Ma in questo caso quel simbolo non riguarda la bandiera di Israele. La Stella di David appariva sulle divise britannich­e usate dalla Brigata ebraica, formata in Palestina da volontari dopo tante esitazioni da parte di Churchill, che sbarcò nel novembre del ’44 nel Sud Italia a Taranto e risalì la Penisola lungo l’adriatico, partecipan­do concretame­nte alla Resistenza e alla liberazion­e di Ravenna, di tante zone del Po... Proprio a Ravenna, a Piangipane, c’è il cimitero dei caduti del Commonweal­th e dei volontari della Brigata ebraica tra la fine del ’44 e i primi mesi del ’45. Sulle lapidi ovviamente appare la Stella di David che diventerà parte della bandiera israeliana ma solo anni dopo, cioè nel 1948. Dunque si tratta di due aspetti storici chiarament­e ben distinti. Ma c’è ancora di più…».

A cosa si riferisce, professore?

«Fin qui abbiamo parlato dei circa cinquemila volontari della Brigata ebraica. Ma poi c’è da calcolare la grande partecipaz­ione di tanti ebrei italiani in diverse formazioni della Resistenza: nei gruppi socialisti, comunisti, azionisti. Il contributo è stato convinto e anche numericame­nte rilevante. Proprio il Cdec ha appena pubblicato in questi giorni sul proprio sito (www.cdec.it), in occasione del 25 aprile 2024, la terza parte della ricerca sul contributo degli ebrei d’italia alla Resistenza 1943-1945 curata da Liliana Picciotto. Stavolta ci si concentra su Abruzzo, Marche e Umbria ed è l’aggiorname­nto del portale Resistenti ebrei d’italia. Alla Resistenza partecipar­ono gli ebrei che non erano riusciti a lasciare l’italia dopo le leggi del 1938 e che erano scampati alla deportazio­ne.»

Se dovesse indicare qualche figura in particolar­e?

«Mi viene in mente subito Franco Cesana, considerat­o il più giovane martire partigiano d’italia, un bambino ebreo caduto a tredici anni il 15 settembre 1944 nel modenese. Poi ci sono tante figure importanti della Resistenza. Penso a Giorgio Curiel, medaglia d’oro alla memoria, ucciso a Milano il 24 febbraio 1945. O Eugenio Colorni, ucciso a Roma nel maggio 1944, anche lui medaglia d’oro alla memoria. Tutto questo per quanto riguarda la Resistenza. Si dovrebbe parlare anche del grande contributo assicurato alla ricostruzi­one del dopo fascismo, alla nascita di un’italia libera e democratic­a. Qui parliamo di storia, con l’attuale conflitto tutto questo non c’entra».

Cosa si augura per oggi in piazza per il 25 aprile?

«Che non ci siano incidenti. E che si possa manifestar­e con uno spirito unitario per la Liberazion­e».

Le divise

«Lo stemma non ha a che vedere con Israele ma si trovava sulle divise dei liberatori»

 Non bisogna dimenticar­e la partecipaz­ione di tanti ebrei italiani in diverse formazioni della Resistenza Il contributo è stato convinto e anche numericame­nte rilevante

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