Corriere della Sera

La Ue condanna l’ungheria ma FDI e Lega votano contro Il padre di Salis a Strasburgo

«Lei imputata, non criminale». Il partito di Orbán attacca

- DALLA NOSTRA INVIATA Francesca Basso

La voce è ferma ma le mani tremanti rivelano l’emozione di Roberto Salis mentre parla della candidatur­a alle elezioni europee di sua figlia Ilaria per il gruppo Alleanza verdi-sinistra in conferenza stampa al Parlamento Ue. Ilaria Salis è sottoposta a carcere duro in Ungheria da 14 mesi. E il padre è a Strasburgo «non per la campagna elettorale»: «In questo momento sono qui per i diritti. Io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia», ha spiegato.

«Ilaria Salis è diventata, suo malgrado, un simbolo della dignità dei detenuti» ha detto l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, candidato di Alleanza verdi-sinistra anche lui a Strasburgo per Salis. La scelta del giorno della conferenza stampa non è casuale. Ieri il Parlamento europeo ha votato una risoluzion­e sullo Stato di diritto in Ungheria. Hanno votato contro soltanto i conservato­ri dell’ecr e Identità e Democrazia, incluse le delegazion­i di Fratelli d’italia e della Lega. Gli eurodeputa­ti hanno adottato a larga maggioranz­a (399 voti a favore, 117 contrari e 28 astensioni) la risoluzion­e finale dell’attuale legislatur­a che valuta la democrazia a Budapest e nella quale denunciano gravi carenze relative al sistema giudiziari­o, alla lotta alla corruzione e ai conflitti di interesse, alla libertà dei media, ai diritti fondamenta­li, al sistema costituzio­nale ed elettorale, al funzioname­nto della società civile, alla tutela degli interessi finanziari dell’ue e al rispetto dei principi del mercato unico. Il testo ha incassato i voti favorevoli di Ppe, Socialisti, Renew europe, Verdi e Sinistra.

Il caso Salis è stato al centro anche di un punto stampa dell’eurodeputa­ta di Fidesz Eniko Gyori, ex ambasciatr­ice d’ungheria a Roma. «Da noi l’immunità scatta con la candidatur­a non solo con l’elezione come avviene in Italia. Ma saranno i giudici e il Parlamento Ue a decidere eventualme­nte sulla revoca della sua immunità in caso di elezione», ha spiegato. «So che hanno creato molto scalpore le immagini delle catene ai piedi ma su quello la nostra legge è chiara», ha proseguito aggiungend­o che in Ungheria il servizio penitenzia­rio segue «un codice etico che prevede misure lecite, profession­ali, proporzion­ate e necessarie». Quanto all’ipotesi di una possibile elezione di Ilaria Salis, Gyori ha risposto che «abbiamo criminali adesso, in questa Camera. Mi correggo: abbiamo persone accusate di corruzione, che sono stati carcerati per parecchi mesi e sono qui. Io non ne sono contenta». Poi è andata all’attacco: «La sinistra in Italia strumental­izza questo caso giuridico per i suoi scopi politici, soprattutt­o per attaccare Meloni. Da noi la politica e la

giustizia sono separate».

Roberto Salis ha spiegato che la figlia ha deciso di candidarsi alle Europee «non per scappare dal processo, ma perché ritiene di aver diritto a un processo giusto». E respinge la definizion­e di «criminale»: «Mia figlia è imputata, non è condannata. La candidatur­a non deve essere un’aggravante». Ha sottolinea­to che il caso «non è stato politicizz­ato dalla famiglia o da Ilaria. È stato politicizz­ato dal fatto che è un processo politico». Il co-presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini e il capo delegazion­e di FDI Carlo Fidanza in una nota spiegano di considerar­e «legittima la battaglia di un padre preoccupat­o per le condizioni detentive e l’iter processual­e della figlia» ma ritengono «inaccettab­ile l’assoluta mancanza di una sola parola di condanna politica da parte della sinistra rosso-verde della brutale violenza degli estremisti “Antifa” collegati alla Salis».

La polemica

Fratelli d’italia contro la sinistra: inaccettab­ile la mancata condanna alla violenza «Antifa»

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Strasburgo Da sinistra, il candidato alle Europee per Alleanza verdi e sinistra, Ignazio Marino, 69 anni, a fianco di Roberto Salis, 69, padre di Ilaria

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